L’EMERGENZA SI PREVIENE NON SI INSEGUE

Prevenire meglio che reprimere o
prevenire meglio che curare sono due modi di dire molto conosciuti ma forse
ignoti ad alcuni di coloro che dovrebbero essere preposti alla guida del loro
paese. Ovviamente per quanto riguarda la Cina, sapendo il sistema che governa,
non potevamo che aspettarci quello che è successo mentre per i paesi europei
sono mancati sia una prevenzione concreta che un coordinamento ed anche l’Oms si
è più basata sui dati inesatti, forniti dai cinesi, che sulla realtà
scientifica che potevano dedurre anche da precedenti avvenimenti. In Italia risultano
assolutamente sproporzionate per difetto le misure di prevenzione che dovevano
partire immediatamente, come l’obbligo di quarantena per tutti coloro che
provenivano dalla Cina, a qualunque nazionalità appartenessero, con il
controllo del passaporto nessuno sarebbe scappato alla verifica anche se non
arrivava con un volo diretto, come succede nella maggior parte dei casi.
Sembrano, al momento, altrettanto sproporzionate per eccesso le misure di
isolamento di intere aree, misure per altro prese dopo che gli abitanti si
erano già abbondantemente recati in altre località per fare scorte alimentari.
Ora ci troviamo di fronte ad alcune realtà prevedibili, vi sono pazienti
asintomatici, vi potrebbero essere anche portatori sani, in Italia troviamo
molti casi perché di stanno facendo quei controlli che non si fanno in altri
paesi europei, il virus si è diffuso tra persone che non sono state in Cina né
hanno avuto contatto con chi proviene dalle aree cinesi contagiate e non si
trova ancora il paziente zero. Manca anche un dato che sarebbe importante sapere
e cioè quante sono, tra le persone trovate positive al coronavirus, quelle
che avevano fatto il vaccino antinfluenzale e quali sono le loro reazioni
fisiche.

Se da un lato è importante che i
cittadini siano messi, minuto per minuto, al corrente di quanto avviene c’è
però da evidenziare che in alcuni casi si sta fomentando il panico con gravi
conseguenze sul piano emotivo. Guardando ai dati di precedenti situazioni
simili ricordiamo che per la Sars vi sono stati 
801 decessi, 229 per l’epidemia influenzale H1N1 del 2009
e che quest’anno per influenza sono già morte 24 persone.

Presumibilmente con il coronavirus
dovremo vivere per qualche tempo perciò è necessario che le forze politiche di
attrezzino sia a lavorare insieme su questo problema sia ad essere più
accorte, ascoltati gli scienziati, medici e ricercatori, nel promuovere
iniziative per contenere l’epidemia e per non vessare inutilmente le persone
creando anche altri problemi ad un’economia già in crisi. Se per dipendenti,
pubblici o privati, vi sono ammortizzatori sociali che possono essere attivati
non si dimentichino i piccoli commercianti, gli artigiani, i professionisti,
gli agricoltori privi di qualunque paracadute economico. Si ha purtroppo la
sensazione di una costante improvvisazione di fronte ad un’emergenza che doveva
essere, dalle prime notizie che arrivavano dalla Cina, contemplata come
possibile.

Ora cerchiamo
di tenere la testa a posto sia come singoli cittadini che come operatori nei
vari settori, dalla politica all’informazione e cerchiamo, d’ora in avanti, di
prevenire e non inseguire l’emergenza come è avvenuto purtroppo all’ospedale di
Codogno.