LA TUTELA DEL LUPO

La commissione agricoltura della Camera dei deputati italiana ha recentemente approvato all’unanimità un documento che, se diventasse legge, consentirebbe la caccia ai lupi “per prevenire danni importanti al bestiame.”  Che il problema principale per l’agricoltura italiana sia il lupo è tutto da dimostrare ed i danneggiamenti imputabili a lui sono minimi – affermano i dirigenti della Lega italiana per la protezione degli uccelli (Lipu) e dell’Ente nazionale per la protezione degli animali (Enpa). Questa decisione unanime della commissione agricoltura, tra l’altro, contravviene allo sforzo, anche finanziario,  compiuto da un paio di decenni per la crescita e lo sviluppo del lupo italiano. A ciò s’aggiunge l’incomprensione per la funzione d’equilibrio naturale svolta dal lupo, soprattutto nei confronti della proliferazione di cinghiali, cervi e caprioli, incautamente liberati a scopo venatorio e sfuggiti ad ogni controllo.


 


La Commissione,


 


1.       ritiene che una simile decisione possa ottenere qualcosa di efficace in ambito naturalistico, o non considera  invece  che possa contribuire a incrementare ulteriormente lo squilibrio?


2.      E’ in grado di verificare se la scelta della commissione agricoltura della Camera contravviene o meno alla normativa comunitaria relativa alla protezione dell’ambiente  naturalistico e degli animali?


3.      Di quali strumenti può disporre per convincere l’istituzione italiana a rinunciare a tale progetto?


 



E-007713/2011


Risposta di Janez Potočnik


a nome della Commissione


(16.9.2011)


 


 


In Italia il lupo, Canis lupus, è una specie annoverata nell’allegato IV della direttiva “Habitat” 92/43/CEE[1]. Pertanto, è una specie rigorosamente protetta e, conformemente all’articolo 12 della direttiva, è proibita qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata di esemplari di tale specie.


 


Tuttavia, esistono disposizioni che derogano a questo regime di rigorosa tutela. Ad esempio, ai sensi dell’articolo 16, lettera b), gli Stati membri hanno facoltà di derogare per prevenire gravi danni alle colture, all’allevamento, ai boschi, al patrimonio ittico e alle acque e ad altre forme di proprietà fondiaria, a condizione che non esistano soluzioni alternative e che la deroga non pregiudichi il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale. Spetta alle autorità nazionali competenti adottare mezzi idonei per la gestione delle proprie popolazioni di lupi e garantire che le disposizioni della direttiva “Habitat” siano rispettate.


 


La Commissione ha sostenuto l’elaborazione di linee guida per i piani di gestione delle popolazioni[2] di cui auspica l’attuazione. Le linee guida spiegano come gestire le popolazioni di grandi carnivori al fine di conseguire gli obiettivi della direttiva e al tempo stesso tenere conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali.


 


La programmazione 2007-2013 dello sviluppo rurale include il sostegno agli investimenti non produttivi utilizzati per finanziare gli investimenti nelle aziende agricole volti a prevenire le perdite (bestiame, colture) dovute ad animali selvatici protetti.


 


Alcune regioni italiane hanno previsto di finanziare tali interventi di protezione del bestiame dagli attacchi della fauna selvatica nel quadro dei loro programmi di sviluppo rurale.


Oltre a sostenere e cooperare con gli Stati membri nell’attuazione dell’acquis, la Commissione svolge il ruolo di “custode del trattato”: conformemente all’articolo 17 del trattato sull’Unione europea, la Commissione vigila affinché siano applicate le disposizioni del trattato e le misure adottate dalle istituzioni in applicazione dello stesso. Nell’esercizio di questo compito, la Commissione può avviare una procedura di infrazione qualora ci sia prova di una violazione della legislazione unionale in materia di ambiente.








[1]     Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (GU L 206 del 22.7.1992).



[2]     “Guidelines for Population Level Management Plans for Large Carnivores”, http://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/species/carnivores/docs/guidelines_final2008.pdf.