Sempre più
spesso le cronache danno notizia di caccia illegale e di bracconaggio nei
confronti di felini ed altri animali,
tanto in Africa che in Asia. Il WEB raccoglie molti siti che propongono la
sottoscrizione di petizioni contro questi fenomeni d’illegalità che, da un
lato, danneggiano l’equilibrio faunistico ambientale e dall’altro,
ledono l’economia locale impoverendo il patrimonio animalistico e
deteriorando l’attività commerciale con operazioni sommerse come il
bracconaggio. In alcuni Paesi, come il Botswana ad es., si legifera per rendere
illegale la caccia a partire dal 2014. In altri invece, dove gli animali non
sono protetti, assistiamo a gravi massacri nell’indifferenza generale – come in
Namibia – contro grandi colonie di otarie da pelliccia. Tra protezioni
saltuarie ed occasionali e indifferenze quasi generalizzate, la caccia illegale
ed il bracconaggio continuano ad imperversare in molti Paesi, cosicché il
prezzo del corno dei rinoceronti, così come quello dell’avorio, ad esempio,
continuano a salire, nonostante il Congo abbia introdotto regole di protezione
degli elefanti e l’Africa del Sud pratichi la deregolamentazione del prezzo
dell’avorio con la sua collocazione o il suo ritiro dal mercato. Tra regole e
non regole, tra controlli e laissez-faire, tra trasparenza e attività sommersa,
la tutela dei felini, come di altre specie di animali è sempre più
misconosciuta, lasciando libera la caccia e non contrastando con rigore il
bracconaggio. Di fronte a questa situazione,
la Commissione
- non ritiene che sia
possibile fare maggiori sforzi per impedire le stragi di felini o di altri
animali, di cui si ha saltuariamente notizia? - Intende intervenire
presso le Istituzioni internazionali per suggerire l’opportunità di
regolamentazioni ad hoc nei vari Paesi in cui gli animali sono sottoposti
alla caccia volontaria o al bracconaggio, senza rispetto per gli equilibri
ecologici? - E’ disposta a sollevare
questa questione in occasione di negoziati con i governi dei Paesi in cui
la tutela dei felini e di altri animali non è ancora garantita?
IT
E-011464/2012
Risposta di Janez Potočnik
a nome della Commissione
(12.2.2013)
L’Unione europea si adopera con grande
impegno per garantire che le convenzioni internazionali per la protezione delle
specie a rischio di estinzione siano correttamente attuate da tutte le Parti.
Questo vale, in particolare, per la Convenzione sul commercio internazionale delle
specie minacciate di estinzione (CITES), intesa a tutelare dal commercio
insostenibile circa 5 000 specie animali, e per la Convenzione sulle
specie migratorie (CMS). La Convenzione CITES vieta il commercio di grandi
felini asiatici e numerose azioni sono state intraprese per porre fine al
bracconaggio e al commercio illegale di tali specie, in conformità con la
risoluzione CITES 12.5.
Se le Parti non attuano correttamente le
disposizioni di tali convenzioni internazionali, l’UE si impegna a richiamare l’attenzione
dei paesi interessati a livello bilaterale o nel quadro delle convenzioni
internazionali.
Inoltre l’UE ha recentemente concluso
una convenzione di sovvenzione di 1,7 milioni di EUR con l’Interpol per
intensificarne le attività di lotta ai reati contro le specie selvatiche e
rafforzare il coordinamento tra agenzie internazionali in questo settore.
Maggiori informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://europa.eu/rapid/press-release_IP-12-1428_it.htm