ITALIA-GERMANIA, MUSCARDINI E RINALDI SCRIVONO AI MINISTRI SEVERINO E TERZI: STOP ABUSI JUGENDAMT. GOVERNO INTERVENGA, PENALIZZATI GENITORI NON TEDESCHI CHE SI SEPARANO. COINVOLTI ANCHE ITALIANI, ACCUSATI DI “ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE”

In
una lettera inviata al ministro della Giustizia Paola Severino e degli Esteri
Giulio Terzi di Sant’Agata, gli europarlamentari Cristiana Muscardini e Niccolò
Rinaldi hanno denunciato “una serie di azioni compiute recentemente dalle
autorità tedesche per mettere definitivamente a tacere quei genitori che hanno
saputo comprendere e spiegare gli abusi dello Jugendamt, ente di controllo dei giudici familiari, nell’ambito della questione dei rapporti con la Germania in ordine alla
tutela dei minori figli di un genitore tedesco e di un genitore d’altra
nazionalità”, in caso di separazione della coppia. I due europarlamentari
nella lettera hanno ripercorso le vicende di “una decina di genitori che i
tedeschi intendono far arrestare con le motivazioni più disparate, tra le quali
il mancato pagamento di alimenti o l’inserimento fraudolento da parte delle
autorità tedesche nelle liste dell’Interpol, giustificato poi come errore di
trascrizione”. Muscardini e Rinaldi hanno ricordato come questi genitori
siano in alcuni casi accusati “di far parte di un’associazione a
delinquere per sottrarre i minori dalla Germania” e, dunque, “vengono
perseguiti in tutta Europa con mandati di arresto internazionali. Sono
situazioni inammissibili nello spazio giudiziario europeo e da valutare
seriamente da parte della nostra magistratura quando si tratta anche di nostri
connazionali. Eseguire acriticamente le sentenze dei tedeschi senza tener conto
della Convenzione dell’Aja o del Regolamento europeo per la tutela dei minori significa
compiere ingiustizie inaudite a danno dei genitori non tedeschi e dei loro
bambini, con sofferenze atroci che li segnano per tutta la vita”. I due
parlamentari hanno sollecitato “una qualche adeguata forma d’intervento,
anche a livello politico, oltre che giuridico, per evitare che cittadini
italiani, o d’altra nazionalità, subiscano trattamenti indegni di Paesi civili
nei quali dovrebbe vigere lo Stato di diritto”.