IPERBUROCRAZIA SULLE ASPIRAPOLVERI

La nuova direttiva sugli elettrodomestici
proposta dalla Commissione, rappresenta l’ennesimo eccesso di burocrazia di
un’Unione Europea che pretende di entrare nelle case e nelle scelte di consumo
dei propri cittadini, salvo poi dimenticare il suo ruolo in altri ambiti. La
suddetta direttiva impone entro fine anno la vendita e la produzione di
apparecchi con motori non superiori alla potenza di 1.600 watt, con il limite
che verrà ulteriormente abbassato a 900 watt entro il 2017. Il tutto in nome di
una sacrosanta politica di risparmio energetico, che passa anche dalle
regolamentazioni sugli sciacquoni, che però nega libertà di produzione alle
aziende e di scelta ai consumatori, che non potranno scegliere la potenza delle
proprie aspirapolveri in base alla propria necessità. Tutto questo non coincide
però con politiche di difesa e investimento sulle energie rinnovabili, come
dimostra il caso del dumping cinese nel settore fotovoltaico, in cui le aziende
comunitarie sono state completamente abbandonate dalla Commissione.

 

 

La
Commissione
:

 

1.      
Non ritiene con questo provvedimento di
andare contro la libertà di scelta dei consumatori?

2.      
Ha considerato che tale misura porterà a due
conseguenze: la minore efficienza delle aspirapolveri che verranno utilizzate
per più tempo, con evidente dispendio dell’energia “risparmiata” da un lato, e
l’aumento dei prezzi delle aspirapolveri in caso di un aumento dell’efficienza
corrispondente ad una diminuzione dell’energia utilizzata?

3.      
Quali altri limiti energetici impone
all’interno della direttiva sugli elettrodomestici?

4.      
Come intende ovviare all’imminente
diminuzione delle risorse energetiche dell’UE in termini di approvvigionamento?

 

IT

E-000377/2014

Risposta di Günther Oettinger

a nome della Commissione

(28.2.2014)

 

 

1-3. La Commissione rinvia
l’onorevole deputato alla risposta congiunta alle interrogazioni scritte
12250/2013 e 12338/2013[1].

 

4. La Commissione non
prevede un’imminente diminuzione delle risorse energetiche dell’UE in termini
di approvvigionamento, ma riconosce l’importanza della sicurezza
dell’approvvigionamento energetico a lungo termine. Nella sua comunicazione su
un “Quadro per le politiche dell’energia e del clima per il periodo dal
2020 al 2030”, la
Commissione ha presentato una strategia articolata su tre
livelli sulla quale si baseranno le politiche dirette a migliorare la sicurezza
dell’Unione in materia di approvvigionamento[2].



[1]
    http://www.europarl.europa.eu/plenary/it/parliamentary-questions.html

[2]
    Punto 2.7 del documento COM(2014)15
final.