IL SUPER KILLER INDIANO






E’ chiamato così un batterio super resistente agli antibiotici, che può causare la morte perché le infezioni che provoca sono difficilissime da trattare. La rivista europea “Eurosurveillance” incentrata sull’epidemiologia, il controllo e la prevenzione delle malattie infettive, lancia l’allarme, a seguito dei risultati di analisi effettuate dall’Unità di microbiologia del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Questi killer proverrebbero dall’India, dove circolavano già nel 2009, e avrebbero colpito centinaia di persone in Europa, di cui sei casi in Italia. I test hanno individuato germi patogeni muniti del nuovo gene “New Dehli-1”, che rende i batteri invulnerabili alla maggior parte delle terapie antibiotiche. Il peggio è rappresentato dal fatto che la resistenza non riguarda un unico ceppo, poiché batteri diversi si scambiano lo scudo genetico, trasferendosi la capacità di sopravvivere ai microbicidi. “Servono misure urgenti – affermano gli specialisti italiani – per contenere la propagazione di questi batteri”. Una delle quali, accanto alla serietà dei protocolli e all’uso appropriato degli antibiotici, è certamente l’incentivazione dello sviluppo di nuovi farmaci. Pur nel rispetto delle rispettive competenze in materia di salute,


 


la Commissione


 


1.   In che misura può collaborare con gli Stati membri per evitare il diffondersi di questo batterio molto pericoloso


2.   È al corrente di questo rischio?


3.   Non ritiene opportuno contribuire ad incentivare la ricerca inserendo l’obiettivo di nuovi farmaci nel piano pluriennale di ricerca?


4.   E’ possibile stabilire accordi di collaborazione in questo campo con le autorità sanitarie dell’India?


 


E-001155/2012


Risposta di John Dalli


a nome della Commissione


(19.3.2012)


 


 


La Commissione è consapevole della minaccia per la salute pubblica costituita in generale dai batteri che producono carbapenemase e in particolare dal New Delhi metallo-beta-lactamase-1 (NDM-1). Per quanto concerne gli interventi specifici adottati in tema di NDM-1 la Commissione rinvia l’onorevole deputata alla propria risposta all’interrogazione scritta E-7715/2010[1].


 


Inoltre, al fine di affrontare la minaccia generale della resistenza antimicrobica (AMR) e di valorizzare i risultati di precedenti iniziative dell’UE, la Commissione ha adottato nel novembre 2011 un piano d’azione globale sull’AMR[2]. Questo piano d’azione presenta azioni concrete e transettoriali per ridurre i rischi legati all’AMR e prevenire le infezioni microbiche e la loro diffusione, azioni da attuarsi in stretta cooperazione con gli Stati membri.


 


Come indicato nel piano d’azione, la ricerca e l’innovazione sono essenziali ai fini delle nostre iniziative volte a sviluppare nuovi strumenti di lotta contro l’AMR. Contestualmente alla prossima tornata di finanziamento del 7° programma quadro di ricerca e sviluppo la Commissione propone di dedicare diversi inviti a presentare proposte all’AMR, comprese le iniziative volte a mobilitare le piccole e medie imprese affinché contribuiscano allo sviluppo di nuovi medicinali antimicrobici o loro alternative. Lo sviluppo di nuovi antibiotici dovrebbe essere a sua volta incoraggiato per il tramite dell’iniziativa sui medicinali innovativi. Questi impegni dovrebbero essere portati avanti anche nell’ambito dell’iniziativa Horizon 2020.


 


Il piano d’azione sull’AMR comprende un’iniziativa per lo sviluppo e/o il rafforzamento della cooperazione multilaterale e bilaterale con i partner e le organizzazioni internazionali ai fini della prevenzione e del controllo dell’AMR in tutti i settori. 


 


 






[1]     http://www.europarl.europa.eu/QP-WEB



[2]     Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, Piano d’azione di lotta ai crescenti rischi di resistenza antimicrobica (AMR), COM(2011)748, http://ec.europa.eu/dgs/health_consumer/docs/communication_amr_2011_748_en.pdf