IL FUTURO DEL NORD AFRICA

Le vicende che stanno sconvolgendo il quadro politico dei Paesi del Nord Africa devono preoccupare l’Unione europea in relazione soprattutto all’esigenza di stabilità di quell’area mediterranea ed alla necessità che alle dittature succedano governi democratici, espressione di libere elezioni. Il raggiungimento di questi obiettivi, tuttavia, è necessariamente subordinato a una visione strategica che punti al sostegno dei partiti democratici e ad un periodo di transizione che assicuri ordine e impedisca violenze di tipo militare o insurrezionale. L’Egitto e la Tunisia sembrano orientate verso una soluzione pacifica della crisi. Sarebbe allora oltremodo opportuno favorire questo esito e prendere tutte le misure necessarie per sostenere quelle forze politiche, economiche e sociali che potrebbero rappresentare i pilastri della democrazia futura.


 


Perché la Commissione:


 


1.      non prevede un piano di aiuti e di sostegno a quelle forze politiche e sociali che potrebbero garantire una crescita democratica del Paese?


2.      Non istituisce un fondo per sostenere quelle aziende, anche europee, che sarebbero costrette a chiudere i battenti a causa dello sconvolgimento in atto e che potrebbero, con l’aiuto dell’Europa, continuare la loro attività e garantire l’impiego della mano d’opera?


3.      Non propone accordi per la gestione in loco di iniziative d’accoglienza dirette a controllare la gestione dei flussi migratori verso l’Europa?


4.      Dà l’impressione ai democratici di quei Paesi d’essere assente in un momento così importante per il  loro avvenire e per la stabilità del bacino mediterraneo?


 



E-002185/2011


Risposta di Štefan Füle


a nome della Commissione


(14.6.2011)


 


 


Gli eventi di dimensione epocale in alcuni paesi dell’Africa del Nord e del Medioriente rappresentano una sfida e un’opportunità allo stesso tempo.  L’Unione europea è stata obbligata a riconsiderare le proprie responsabilità e reazioni.  La nostra proposta è presentata nella comunicazione congiunta della Commissione europea e dell’Alto Rappresentante “Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale” dell’8 marzo 2011[1], che propone un’impostazione differenziata e una relazione basata su incentivi per aumentare l’integrazione economica e intensificare il dialogo politico. La proposta si concentra su tre ambiti prioritari: a) la trasformazione democratica e lo sviluppo istituzionale, b) il sostegno alla società civile e c) il sostegno per la crescita e lo sviluppo economico sostenibili, tra cui rientra anche la facilitazione degli scambi. Il 25 maggio 2011, inoltre, la Commissione e l’Alto Rappresentante hanno adottato una comunicazione congiunta sulla revisione della politica europea di vicinato, al fine di stabilire un nuovo livello di impegno che si traduca, in particolare, in un partenariato più forte con la società, in un’impostazione più differenziata e nella disponibilità a progredire nei rapporti con i nostri vicini per l’attuazione di ambiziose riforme politiche ed economiche.


 


Per sviluppare misure concrete in grado di rispondere agli eventi in Egitto e in Tunisia, si sta svolgendo un dialogo con i paesi interessati diretto a valutare le loro necessità e farvi fronte, se possibile con l’assistenza dell’Unione europea.


 


Come risposta immediata, il SEAE e la Commissione hanno intrapreso azioni finanziate da fondi aggiuntivi e concentrate sulla collaborazione con la società civile, i movimenti politici e i sindacati.  Per assistere la Tunisia nella preparazione delle elezioni sono stati attivati un pacchetto a titolo dello strumento per la stabilità (2 milioni di euro) e un invito a presentare proposte a livello locale in relazione allo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (2 milioni). Si trova, inoltre, in fase di sviluppo un pacchetto aggiuntivo pari a 57 milioni di euro per continuare ad aiutare la Tunisia nella transizione democratica, effettuare una missione di osservazione elettorale, rafforzare l’economia e sostenere la società civile e le regioni più povere del paese. In Egitto, come diretta conseguenza delle richieste dei dimostranti, è stato stanziato un pacchetto di aiuti alla società civile pari a 17,7 milioni di euro, finalizzato a sostenere il rispetto dei diritti civili, politici e scioeconomici.  Oltre a ciò, è stato varato un primo nuovo pacchetto del valore di 60 milioni di euro per sostenere le riforme del commercio e dell’energia e per migliorare settori informali.


 


La ripresa economica e la risposta ai disagi sociali della popolazione saranno una parte importante dell’assistenza dell’Unione europea sul medio e sul lungo termine.


 


Nella riunione dei Ministri dell’Industria dell’area euromediterranea tenutasi l’11 e il 12 maggio nella capitale di Malta, Valletta, si è discusso, fra gli argomenti principali, di azioni tangibili finalizzate a sostenere le piccole e medie imprese e a creare occupazione.


 


L’incontro è stato organizzato con il sostegno della Commissione e si è concluso con l’approvazione di un programma di lavoro con un elenco di attività concrete volte a rafforzare la collaborazione industriale nell’area euromediterranea. Verrà dedicata un’attenzione particolare alla promozione delle PMI locali e alla creazione di un ambiente più favorevole agli investitori europei. L’obiettivo ultimo è quello di formare un mercato unico europeo/mediterraneo, dove le imprese possano importare, esportare, investire e svolgere le proprie attività commerciali alle stesse condizioni presenti nel mercato unico dell’Unione europea.


 


L’Unione europea collabora attivamente con organizzazioni internazionali come l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) per fornire assistenza umanitaria e sostenere il rimpatrio delle persone in fuga dalla Libia che hanno trovato ospitalità nei paesi vicini, specialmente in Tunisia e in Egitto. In totale, fino ad oggi, l’Unione europea (tramite il bilancio dell’Unione e quelli degli Stati membri) ha investito in questo impegno di assistenza umanitaria una somma pari a 132 milioni di euro.


 


Nel campo della gestione della migrazione, l’Unione europea mira a sviluppare con i paesi del Mediterraneo meridionale, in particolare con la Tunisia e l’Egitto, una collaborazione rafforzata sul breve termine. L’obiettivo è di aumentare la capacità delle autorità competenti di tali paesi di prevenire la migrazione illegale dal loro territorio, agevolare una rapida riammissione di migranti irregolari così come la loro reintegrazione sociale, combattere in maniera più efficace le organizzazioni criminali che sfruttano il traffico di migranti e la tratta degli esseri umani e far sì che ogni migrante sul loro territorio venga trattato in linea con le norme internazionali relative al rispetto dei diritti dei migranti e dei rifugiati.


 


Infine, l’Unione europea non prevede attualmente alcun sostegno per indennizzare le imprese private. 


 








[1]     http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0200:FIN:IT:PDF