IL DIRITTO DOVERE DI RAPPRESENTARE TUTTI GLI ITALIANI

L’emergenza Covid
forse finirà se manterremo il distanziamento fisico, il divieto di
assembramento e l’uso della mascherina ma sarà di fatto impossibile una
campagna elettorale a contatto con gli elettori e il periodo estivo non
invoglierà le persone a soffermarsi sugli eventuali programmi politici di
approfondimento.

Se per le
elezioni regionali questo è un problema che in parte sarà superato dalla
conoscenza, da parte dei cittadini, dei candidati per la presidenza delle Regioni
lo scoglio rimarrà invece insormontabile per il referendum sulla diminuzione
del numero dei parlamentari. Un referendum che si presenta già anomalo perché
senza quorum ma che comunque ha una valenza politica e morale importante per il
futuro della nostra democrazia.

Modificare il
numero dei parlamentari comporterà una modifica costituzionale per la quale si
dovrebbe avere un ampio consenso e, a seguire, una nuova legge elettorale e la
modifica dei regolamenti di Camera e Senato. II tutto tenendo ben presente che
siamo in un periodo nel quale, da troppi mesi, il Parlamento è stato di fatto
esautorato, che da tempo i parlamentari non sono eletti dal popolo sovrano ma
nominati dai capi partito e noi siamo una Repubblica parlamentare nella quale i
poteri delle istituzioni, fino a qualche anno fa, erano adeguatamente ripartiti
e ben divisi affinché fossero evitate quelle derive autocratiche e oligarchiche
che ormai stanno prendendo piede. Stupisce pertanto che il Presidente della Repubblica,
prima di firmare per la data delle elezioni a settembre, non si sia posto il
problema dell’opportunità di rinviare ad altra data il referendum sul numero
dei parlamentari. In questi mesi avremmo in più occasioni voluto vedere
Mattarella più vigile ed attento, più pronto a richiamare sia il governo che l’opposizione
ai doveri di chiarezza e rappresentanza che la situazione sanitaria ed
economica richiedevano. In troppe occasioni il Presidente ha taciuto o ha
parlato con voce troppo flebile ed anche in questa occasione è stato succube di
volontà altrui dimenticando che sarebbe stato suo compito essere garante del
diritto degli elettori di poter votare avendo avuto sia un’informazione
completa e corretta sulle conseguenze della eventuale diminuzione dei
parlamentari, sia sulle future modifiche della nostra Costituzione che, anche
con le sue pecche, aveva fino ad ora garantita quella democrazia e pluralità
che rischiamo ogni giorno di più di perdere. Non volevamo un atto di coraggio
ma solo l’esercizio di un diritto dovere di rappresentanza di tutti gli italiani
e non solo di una parte. Mattarella si è schierato, scegliendo di non essere il
Presidente di tutti, il garante dell’esercizio democratico di un voto informato
e consapevole per le conseguenze presenti e future.