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Risposta di Andris Piebalgs
a nome della Commissione
(29.6.2010)
La Commissione è a conoscenza della Relazione
S/2010/91 presentata di recente dal Gruppo di monitoraggio delle Nazioni Unite.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite ha sottoposto tale documento ad una attenta revisione, scatenando un
intenso dibattito e suscitando reazioni e opinioni di vario genere delle parti
interessate. La comunità
internazionale, compresa la Commissione, ha accolto favorevolmente tale
relazione e ha espresso le sue preoccupazioni in merito alle accuse emerse.La risoluzione 1916 del Consiglio di sicurezza
dell’ONU (2010) è stata adottata all’unanimità il 19 marzo 2010, tenendo conto
tanto della relazione, quanto delle osservazioni e delle raccomandazioni
contenute in essa. Con tale
risoluzione il Consiglio di sicurezza ha deciso, tra l’altro, di estendere il
mandato del Gruppo di monitoraggio e ha invitato il Comitato, istituito ai
sensi della risoluzione 751 (1992) dell’ONU, a prendere in considerazione le
raccomandazioni del gruppo di monitoraggio e ad adottare misure specifiche
previa consultazione con il gruppo di monitoraggio e altri importanti organismi
delle Nazioni Unite. Ogni possibilità di istituire una Commissione
d’inchiesta facente seguito a tale relazione deve essere considerata in questo
contesto, ovvero nell’ambito delle Nazioni Unite.In riferimento alla
crisi somala, l’UE ha sviluppato un approccio globale che include allo stesso
tempo la tutela dei diritti dell’uomo, l’assistenza alla popolazione, lo
sviluppo, la governance, la sicurezza e la lotta contro la pirateria. Impegnata in tutti questi settori, con circa 87
progetti per un ammontare di 180 milioni di euro nell’ambito della buona
amministrazione, della sicurezza, dell’istruzione, della società civile, nonché
della sicurezza alimentare e della crescita economica, l’UE è il principale
finanziatore della Somalia in termini di sviluppo.L’UE sta inoltre
contribuendo alla fondazione della missione dell’Unione africana in Somalia (AMISOM) con un contributo di 99,5 milioni di euro
(a carico del FES, APF (Fondo per la pace in Africa) e dallo strumento di
stabilità), la maggior parte dei quali è stata erogata a partire dal 2007, e
attualmente si sta valutando l’eventualità di uno stanziamento supplementare.L’aiuto umanitario a
favore della Somalia finanziato dall’EU ammonta in media a circa 45 milioni di
euro l’anno, suddivisi tra sanità, alimentazione, acqua e servizi
igienico-sanitari, allevamento e sicurezza alimentare, in particolare a favore
degli sfollati all’interno del paese.Oltre agli sforzi per
garantire la pace e lo sviluppo in Somalia, l’UE è disposta a sostenere la
Somalia e le sue istituzioni dotate di legittimità democratica, e in
particolare il governo federale di transizione (TFG). Difatti solo il popolo somalo potrà ricostruire in
modo durevole il proprio paese e la propria società, con il sostegno
internazionale e nel rispetto della sua cultura e della sua storia.
In merito agli altri
aspetti dell’interrogazione, che fanno riferimento principalmente alla politica
estera e di sicurezza comune, la Commissione suggerisce all’onorevole
parlamentare di sottoporre tali questioni all’attenzione del Consiglio.
Si registra altresì con particolare sconcerto la decisione di chiudere circa una decina di Ambasciate somale per lo più in Europa annunciata pubblicamente di recente dal Ministro degli Esteri a causa di una presunta mancanza di fondi.
La Commissione,
1. non ritiene che sia finalmente giunto il momento di istituire una Commissione d’inchiesta a seguito del
2. Cosa intende proporre ora, per evitare che la Somalia sia perduta per sempre e abbandonata a un destino ineluttabile?