Il destino della Somalia

      Le informazioni che continuano a giungerci dalla Somalia centro meridionale sono sempre più preoccupanti. Alle atroci sofferenze della popolazione civile ad opera degli scontri tra gli Islamisti, in particolare Al Shabab e Hizbul Islam, e le forze governative appoggiate dai caschi verdi delle forze di pace africane AMISOM, si aggiungono crescenti scandali e preoccupante corruzione da parte di alti esponenti del Governo Federale di Transizione somalo. Il Rapporto S/2010/91 del Gruppo di Monitoraggio dell’ONU presentato al Consiglio di Sicurezza il 10 marzo 2010 fa riferimento esplicito alla totale inefficienza e dilagante corruzione da parte di alti esponenti del Governo Federale di Transizione, sia nei settori nevralgici della sicurezza che nell’amministrazione degli affari riguardanti i rapporti internazionali. Lo scandalo dei visti di ingresso nei paesi europei che sono stati ceduti in cambio di denaro a emigranti somali da parte di Ministri e Ambasciatori somali, incluso l’Ambasciatore accreditato presso Roma e Bruxelles, è di una gravità inaudita.  

      Il contenuto dell’articolo pubblicato di recente su un noto quotidiano in lingua araba e ripreso da molti siti somali, riferisce di uno scandalo politico finanziario, consumato al più alto livello del Governo Federale di Transizione, circa il recupero dei fondi dello stato somalo custoditi all’estero, senza il discriminante consenso delle competenti istituzioni somale desta grave preoccupazione.  

      Si registra altresì con particolare sconcerto la decisione di chiudere circa una decina di Ambasciate somale per lo più in Europa annunciata pubblicamente di recente dal Ministro degli Esteri a causa di una presunta mancanza di fondi.  


       

      La Commissione,

      1.      non ritiene che sia finalmente giunto il momento di istituire una Commissione d’inchiesta a seguito del 

               rapporto S/2010/91 del Gruppo di Monitoraggio dell’ONU presentato al Consiglio di Sicurezza il 10 marzo 2010?

      2.     Cosa intende proporre ora, per evitare che la Somalia sia perduta per sempre e abbandonata a un destino ineluttabile?   


      E-2883/10/IT

  • Risposta di Andris Piebalgs

    a nome della Commissione

    (29.6.2010)

     

    La Commissione è a conoscenza della Relazione
    S/2010/91 presentata di recente dal Gruppo di monitoraggio delle Nazioni Unite.

    Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni
    Unite ha sottoposto tale documento ad una attenta revisione, scatenando un
    intenso dibattito e suscitando reazioni e opinioni di vario genere delle parti
    interessate.
    La comunità
    internazionale, compresa la Commissione, ha accolto favorevolmente tale
    relazione e ha espresso le sue preoccupazioni in merito alle accuse emerse.
     

     

    La risoluzione 1916 del Consiglio di sicurezza
    dell’ONU (2010) è stata adottata all’unanimità il 19 marzo 2010, tenendo conto
    tanto della relazione, quanto delle osservazioni e delle raccomandazioni
    contenute in essa.
    Con tale
    risoluzione il Consiglio di sicurezza ha deciso, tra l’altro, di estendere il
    mandato del Gruppo di monitoraggio e ha invitato il Comitato, istituito ai
    sensi della risoluzione 751 (1992) dell’ONU, a prendere in considerazione le
    raccomandazioni del gruppo di monitoraggio e ad adottare misure specifiche
    previa consultazione con il gruppo di monitoraggio e altri importanti organismi
    delle Nazioni Unite.
     Ogni possibilità di istituire una Commissione
    d’inchiesta facente seguito a tale relazione deve essere considerata in questo
    contesto, ovvero nell’ambito delle Nazioni Unite.

     

    In riferimento alla
    crisi somala, l’UE ha sviluppato un approccio globale che include allo stesso
    tempo la tutela dei diritti dell’uomo, l’assistenza alla popolazione, lo
    sviluppo, la governance, la sicurezza e la lotta contro la pirateria.
    Impegnata in tutti questi settori, con circa 87
    progetti per un ammontare di 180 milioni di euro nell’ambito della buona
    amministrazione, della sicurezza, dell’istruzione, della società civile, nonché
    della sicurezza alimentare e della crescita economica, l’UE è il principale
    finanziatore della Somalia in termini di sviluppo.

     

    L’UE sta inoltre
    contribuendo alla fondazione della missione dell’Unione africana in Somalia
    (AMISOM) con un contributo di 99,5 milioni di euro
    (a carico del FES, APF (Fondo per la pace in Africa) e dallo strumento di
    stabilità), la maggior parte dei quali è stata erogata a partire dal 2007, e
    attualmente si sta valutando l’eventualità di uno stanziamento supplementare.
     

     

    L’aiuto umanitario a
    favore della Somalia finanziato dall’EU ammonta in media a circa 45 milioni di
    euro l’anno, suddivisi tra sanità, alimentazione, acqua e servizi
    igienico-sanitari, allevamento e sicurezza alimentare, in particolare a favore
    degli sfollati all’interno del paese
    .

     

    Oltre agli sforzi per
    garantire la pace e lo sviluppo in Somalia, l’UE è disposta a sostenere la
    Somalia e le sue istituzioni dotate di legittimità democratica, e in
    particolare il governo federale di transizione (TFG).
    Difatti solo il popolo somalo potrà ricostruire in
    modo durevole il proprio paese e la propria società, con il sostegno
    internazionale e nel rispetto della sua cultura e della sua storia.

     

    In merito agli altri
    aspetti dell’interrogazione, che fanno riferimento principalmente alla politica
    estera e di sicurezza comune, la Commissione suggerisce all’onorevole
    parlamentare di sottoporre tali questioni all’attenzione del Consiglio.