I MARTIRI DEL SINAI

Vi arrivano dopo 3 mila chilometri di fuga dal regime dittatoriale eritreo, nella speranza di poter raggiungere Israele, vera “Terra promessa” per loro che scappano dalla miseria, dalla persecuzione e dalla schiavitù. Ma nel Sinai vengono catturati dalle bande di predoni che infestano la regione e che schiavizzano gli eritrei in fuga, insieme a etiopi, sudanesi e somali. Sono i beduini Rashaida, il popolo nomade del deserto, che si occupano del viaggio dietro pagamento (dai 500 ai 1000 dollari) e che li trasportano nel Sinai dopo settimane. Qui avviene la loro cattura da parte dei predoni, che li tengono in schiavitù e che se muoiono espiantano gli organi dai loro cadaveri per farne commercio. Oppure vengono arrestati dalle guardie egiziane di frontiera che li ammassano nelle carceri di El Arish e Rafah, altri  luoghi d’inenarrabili torture e violenze, senza che nessuno possa occuparsi di loro; Un settimanale italiano ha pubblicato fotografie molto crude che mostrano cadaveri torturati, a cui sono stati tolti gli organi. Le donne subiscono stupri di gruppo e in carcere vivono anche 7 neonati frutto di queste violenze. I cadaveri, che portano anche i segni dei proiettili, vengono ammucchiati nelle celle frigorifere e poi trasferiti in fosse comuni. Per la maggior parte sono cristiani e quindi non “degni” di essere sepolti nei cimiteri musulmani. I più “fortunati” sono avvolti in un lenzuolo con il disegno di una croce. Nei corpi senza vita raccolti nel deserto si notano le cicatrici che segnano il torace aperto per togliere gli organi: cuore, polmoni, fegato. Talvolta tolgono anche gli occhi. E tutto viene venduto sul mercato del traffico di organi.


 


La Commissione


 



  1. è a conoscenza di questa triste e tragica realtà?

  2. Non può decidere un intervento umanitario, in collaborazione con le Nazioni Unite,  per assistere questi profughi nella regione del Sinai ed al confine tra Egitto ed Israele?

  3. Non crede opportuno e necessario ,intervenire presso le autorità egiziane che beneficiano dei milioni di euro dell’UE per il sostegno della democrazia nel mondo arabo, al fine di assistere “democraticamente” i profughi del Sinai ed evitare loro la dannazione alla quale sono altrimenti destinati?

Può comunicarci quali iniziative intende organizzare per porre termine a questo martirio?



IT


E-010998/2011


Risposta dell’Alta Rappresentante/Vicepresidente Catherine Ashton


a nome della Commissione


(27.2.2012)


 


 


La Commissione è pienamente consapevole della tragica situazione dei profughi sub sahariani in Egitto. L’UE ha continuato a far pressione sulle autorità egiziane affinché affrontino la questione e garantiscano il rispetto dei diritti dei profughi conformemente agli impegni assunti. Non si è riscontrato nessuno sviluppo sostanziale da quando l’Onorevole Parlamentare ha sollevato la questione nell’interrogazione parlamentare E-009765/2011[1].


 






[1]          http://www.europarl.europa.eu/QP-WEB/home.jsp