GENETICA FATTA IN CASA

Si
stanno sempre più diffondendo laboratori “domestici”, dove biologi
fai-da-te utilizzano attrezzi di fortuna per moltiplicare e manipolare il DNA,
anche umano. Alcuni Stati Membri ospitano anche laboratori
“pubblici”, aperti a chiunque voglia e sia in grado di utilizzare
questi strumenti, come avviene a Parigi o Copenhagen. Metodo di finanziamento,
invece dei fondi pubblici, è il crowdfunding su internet che porta anche ad una
diminuzione dei costi. Alcuni siti per la raccolta di denaro però hanno vietato
donazioni a progetti di ingegneria genetica che “restituissero” gadgets
“genetici” ai donatori. Nonostante i rischi etici e naturali che tale
diffusione della conoscenza comporta, ci sono anche lati positivi: alcuni
ricercatori “fai-da-te” hanno costruito macchinari per testare la
malaria, termoriciclatori o microscopi, a costo molto inferiore (oltre il 90%
in meno in alcuni casi) dei macchinari da laboratorio.

 

 

La
Commissione

 

1.    Come
valuta l’utilizzo del crowdfunding per l’ingegneria genetica ed in caso
positivo ritiene di poterla utilizzare anche per le ricerche da lei finanziate?

2.    Non
ritiene al tempo stesso molto pericoloso il diffondersi dell’ingegneria
“fai-da-te” se questa non viene affiancata da una legislazione chiara
che si fondi su un dibattito aperto sui principi bioetici?

3.    Monitora
la diffusione negli Stati Membri dei laboratori aperti al pubblico?

Può chiarirci quali regolamentazioni europee si
applicano in tema di biogenetica?

IT

E-001663/2014

Risposta di Máire Geoghegan-Quinn

a nome della Commissione

(28.3.2014)

 

 

1. La
Commissione, consapevole della rapida affermazione del
crowdfunding (finanziamento collettivo) in Europa, ha avviato una consultazione
pubblica[1]
intesa a valutare le potenzialità e i rischi di questa fonte di finanziamento
alternativa, come pure i quadri giuridici nazionali ad essa applicabili. L’obiettivo
è valutare il valore aggiunto di una politica a livello europeo.

 

2. La Commissione è
consapevole dell’esistenza del movimento per la biologia “fai da te” e si
impegna a coinvolgere tutte le parti interessate nello sviluppo di una cultura
della ricerca e dell’innovazione responsabili, istituendo per le tecnologie
emergenti (come la biologia sintetica e le nanotecnologie) quadri normativi
solidi che affrontino anche le questioni relative alla governance e all’etica[2].
A questo proposito la
Commissione rimanda altresì l’onorevole deputato all’interrogazione
scritta E-004346/2011[3]. Il fermo impegno
della Commissione a favore dell’etica nella ricerca si riflette nell’obbligo
esplicito di rispettare i principi etici fondamentali e la corrispondente
normativa nazionale, unionale e internazionale pertinente per tutte le attività
di ricerca e innovazione nel quadro di Orizzonte 2020.

 

3. L’attività cui fa riferimento l’onorevole
deputato non rientra nell’ambito di competenza della Commissione.

 

4. L’ingegneria genetica è
contemplata nel quadro normativo dell’UE in materia di biotecnologia che
comprende un’ampia gamma di atti normativi[4]. Per quanto riguarda
i test genetici, le norme per l’immissione in commercio sono stabilite dalla
direttiva 98/79/CE[5]
relativa ai dispositivi medico-diagnostici in vitro.



[1]
    http://ec.europa.eu/internal_market/finances/crowdfunding/index_en.htm

[2]     http://ec.europa.eu/research/science-society/index.cfm?fuseaction=public.topic&id=1252&lang=1

Per un esempio concreto in questo contesto, che comprende
anche il movimento “fai da te”, cfr. http://www.synenergene.eu/

[3]     http://www.europarl.europa.eu/plenary/it/parliamentary-questions.html

[4]
    Elenchiamo di seguito alcuni esempi:
direttiva 2009/41/CE sull’impiego confinato di microrganismi geneticamente
modificati (OGM); direttiva 2001/18/CE sull’emissione deliberata nell’ambiente
di organismi geneticamente modificati; regolamento (CE) n. 1829/2003 relativo
agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati; regolamento (CE) n.
1830/2003 concernente la tracciabilità e l’etichettatura; direttiva 2001/83/CE
e regolamento (CE) n. 726/2004 sulle procedure per l’autorizzazione dei
medicinali per uso umano e veterinario.

[5]
    GU L 331 del 7.12.1998