Furto d’identità

Negli stati uniti, il governo ha istituito una legge ad hoc per il “furto d’identità”. In Europa, dove invece si é solo all ‘inizio, si applicano ancora leggi su vecchi reati quali truffa, violazione della privacy, a volte produzione di falsi documenti.. Solo nelle ultime settimane il Movimento Consumatori italiano ha depositato due denuncia in materia, la prima riguardava lo scambio di identità, dove un cittadino italiano si é ritrovato pagare a rate una PlayStation da 1300 euro, richiedendo, ignaro, un finanziamento alla Findomestic e l’altra riguarda un secondo cittadino italiana, iscritto per sbaglio alla Crif (banca dati per individui afinanziamento a rischio), ritrovandosi quindi rifiutato qualsiasi investimento. Il furto d’identità é vantaggiato da siti internet quali Facebook, MySpace, NetLog, dove gli utenti rilasciano i propri dati personali e sensibili, dandola possibilità a un abile internauta di ricavare in pochi minuti intere vite dalla Rete

 

La Commissione

 1.   é al corrente della situazione?

2.   Ritieneche sia possibile sollecitare gli Stati ad istituire una legge europea sul”furto d’identità”?

3.   Condividel’opinione che politica del web sia insufficiente a garantire il cittadino?

4. può informarci su quali politiche siano in atto per ridurre i rischi deiconsumatori on-line in merito alla questione del furto d’identità?

 

isposta data da Jacques Barrot a nome della Commissione

1. La Commissione è a conoscenza del fatto che, al contrario degli Stati Uniti, in molti Stati membri non esiste una legislazione penale specifica per il furto d’identità, e che tale condotta viene generalmente punita in base a leggi relative ad altri reati quali frode, falsificazione di documenti, violazione d’identità, ecc. La Commissione è inoltre a conoscenza del fatto che i casi di furto e usurpazione d’identità sono in aumento nell’Unione europea.

2. Nell’agosto 2009 la Commissione ha bandito una gara per uno studio comparato sulle norme nazionali applicabili al furto d’identità negli Stati membri e in altri paesi e sulle sanzioni comminabili per tale condotta. Sulla base dei risultati dello studio, che dovrebbero essere pronti per la fine del 2010, la Commissione valuterà la necessità di proporre misure pertinenti, inclusa una legislazione europea che fornisca una definizione specifica del furto d’identità e ne preveda la perseguibilità.

3. Secondo recenti ricerche(1), le informazioni personali di fatto usate per «rubare» un’identità si ottengono per lo più nel mondo reale, ad esempio da portafogli rubati, e senza l’uso di tecnologie sofisticate. La Commissione, tuttavia, condivide l’opinione che Internet e la tecnologia non debbano diventare strumenti per facilitare i furti d’identità, e pertanto è impegnata attivamente nella promozione della sicurezza in rete e dello sviluppo e dell’applicazione di tecnologie di rafforzamento della tutela della vita privata (PET)(2).Le tecnologie PET dovrebbero essere sviluppate e utilizzate più estensivamente, in particolare nel caso di trattamento di dati personali attraverso reti TIC. La Commissione ritiene che un più ampio uso delle PET rafforzerebbe la tutela della privacy e contribuirebbe all’ottemperanza delle norme sulla protezione dei dati(3). Un maggior rispetto delle norme sulla protezione dei dati avrebbe un impatto positivo anche sulla fiducia dei consumatori, in particolare nell’ambito del ciberspazio. Gli Stati membri dovrebbero garantire un controllo e un’applicazione efficaci della legislazione nazionale sulla protezione dei dati personali, in particolare tramite le autorità indipendenti per il controllo della tutela dei dati. In una prospettiva più globale, la tutela dei dati personali e della privacy è una priorità fondamentale per la Commissione, come indicato nella comunicazione(4) relativa al programma di Stoccolma «Uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia al servizio dei cittadini».

4. Oltre alle iniziative citate sopra, la Commissione ritiene che sia essenziale migliorare il sistema di denuncia dei furti d’identità e aiutare le vittime a ristabilire il loro buon nome. Recentemente in alcuni Stati membri sono stati fatti progressi verso la creazione di punti di contatto nazionali che possono costituire la base di ulteriori azioni. Lo studio già richiamato sul furto d’identità individuerà inoltre le iniziative esistenti o future per dare assistenza ai consumatori e alle vittime di furti d’identità, e analizzerà fino a che livello gli «sportelli unici» dell’Unione si scambiano informazioni e migliori pratiche o collaborano nei casi transfrontalieri.

 

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(1) Come le relazioni del 2008 e 2009 sullo studio sul furto d’identità condotti dalla Javelin Strategy and Research.
(2) COM(2007) 228 definitivo.
(3) La Commissione al momento ha avviato uno studio sui vantaggi economici delle PET: http://ted.europa.eu/Exec;jsessionid=CB24085227F530DC8BB7DDA12C2052BD.instance_1?DataFlow=N_one_doc_access.dfl&Template=TED/N_one_result_detail_curr.htm&docnumber=190406-2009&docId=190406-2009&StatLang=IT.
(4) COM(2009) 262 definitivo.