EVITIAMO CHE LA STORIA SI RIPETA

Dei molti aspetti e forme nelle quali si manifesta il Male certamente il volto di Putin, davanti al quale sfilano da anni migliaia di vittime e di immagini di città distrutte dalla sua furia assassina, dalla Cecenia ad Aleppo, dalla Georgia all’Ucraina, è la inequivocabile rappresentazione fisica.
Putin non compie azioni militari, non fa guerre difensive o in appoggio a persone oppresse, Putin organizza massacri di intere popolazioni radendo al suolo le  città, compresi gli ospedali e le scuole. Il suo esercito lascia solo rovine fumanti e profughi disperati. Colpendo i civili e costringendo alla fuga milioni di persone diventate, in pochi giorni, profughi privi di ogni bene e mezzo di sostentamento cerca di raggiungere più obiettivi: togliere appoggio e consenso all’esercito e al governo ucraino, organizzare la futura ricostruzione del Paese solo con popolazioni asservite e di fede putiniana, creare difficoltà ai paesi che ospitano i rifugiati che dovranno occuparsi di milioni di persone, dal sostentamento alla sanità e all’inserimento sociale, ingenerare  timore nei paesi confinanti, alcuni dei quali pensa di potere conquistare in un secondo tempo, dimostrare che le varie alleanze, europee ed atlantica, di fronte alla sua forza non sono in grado di intervenire neppure per fermare un genocidio.
Regole, leggi e tribunale internazionali, Onu in testa, sono per lui solo decorativi ed inutili orpelli di una società decadente che di fronte alla forza può solo tacere e poi soccombere.
Nessuno del mondo occidentale vuole fare guerra alla Russia e il nostro pensiero va ai tanti cittadini russi privati della libertà di parola e di pensiero, ai dissidenti incarcerati o soppressi, anche per  i russi dobbiamo porre un freno a Putin.
L’invasione dell’Ucraina, lo spietato bombardamento che ogni giorno si intensifica, ci ha posto di fronte ad una realtà diversa da quella che avevamo immaginato, in Europa, per il nostro presente e futuro. I romani avevano detto ”se vuoi la pace devi preparare la guerra” e cioè per mantenere la pace bisogna che gli altri sappiano che sei forte, coraggioso, giusto ma non imbelle. L’esodo biblico di milioni di ucraini, in fuga senza nulla, ci rammenta che tutti possiamo, in un momento, perdere tutto e che ogni essere umano, ogni governo democratico e liberale, ha il dovere di combattere contro le violenze e le ingiustizie.

Diciamolo chiaramente se Putin è arrivato oggi a compiere tante atrocità è anche perché non abbiamo compreso, forse voluto comprendere, i segnali forti che erano già stati mandati. Non possiamo tacere una nostra parte di responsabilità nel non avere né sufficientemente condannato le atrocità che Putin ha commesso nel passato né agito, con una diplomazia più avveduta, per cercare una soluzione all’invasione della Crimea e del Donbass. Siamo stati troppo indifferenti, convinti che la nostra stabilità e sicurezza erano conquiste, acquisite per sempre e che il male, al di là dei nostri confini, non ci riguardava più di tanto. Ci siamo occupati di finanza e di profitto senza pensare che la nostra dipendenza da paesi con sistemi antidemocratici e autoritari, prima o poi, ci avrebbe portato a dover affrontare il problema della nostra ed altrui sopravvivenza.
Se non troviamo ora, subito, e non sarà solo con ulteriori sanzioni, il modo per fermare Putin l’orribile genocidio  che sta perpetrando cadrà sulle nostre coscienze e metterà a rischio reale la nostra libertà. Ci siamo già passati nel secolo scorso quando, per paura di intervenire subito contro Hitler, siamo precipitati  in una guerra mondiale, senza aver salvato nessuna delle sue vittime. La conseguenza di quel tragico errore ha poi portato ad un’altra tragedia, un mondo diviso dalla cortina di ferro dove troppi paesi hanno dovuto rinunciare per decenni alla loro indipendenza e libertà sotto il regime comunista.

Siamo ancora in tempo, oggi non domani, per evitare che la storia si ripeta tragicamente.
Putin va fermato, aspettare ancora ci porterà al disastro.