ERRORI DI GIUDIZIO CONTRO L’ITALIA

Nel vs.
Occasional paper n. 138 (Macroeconomic Imbalances Italy 2013), sono contenuti
giudizi sulla competitività dell’Italia assolutamente infondati e lesivi
dell’immagine dell’industria manifatturiera italiana, che è la seconda d’Europa
e la quinta al mondo per valore aggiunto.
A pagina 8
si afferma: “Italy‘s specialisation model is very similar to
that of emerging markets such as China, with most of the value added
in relatively low-tech traditional sectors, mainly due to Italian firms’
limited innovation capacity”.
Questo genere di giudizi è ampiamente contestato da
economisti e da specialisti della materia. Escludendo le materie prime e
l’energia e senza considerare il boom di alcune economie emergenti come la Cina, l’export italiano dei
soli manufatti è cresciuto nell’ultimo decennio più della media del G-7 e meno
soltanto di quello tedesco. L’Italia è uno dei soli 5 Paesi del G-20 a presentare un surplus
strutturale con l’estero per i beni manufatti. Il modello di specializzazione
dell’Italia è molto cambiato negli ultimi 15 anni. Nel 2012, su 94 miliardi di
euro di surplus manifatturiero con l’estero, l’Italia ne ha generati ben 76,4
(cioè oltre l’80% del totale) con macchine e apparecchi, elettrotecnica, mezzi
di trasporto diversi dagli autoveicoli, prodotti in metallo e articoli in gomma
e materie plastiche: dunque non certo con beni tradizionali. Inoltre, la quota
di export dell’Italia verso i Paesi extra-UE è molto cresciuta ed è oggi più
alta di quella della Germania. Nel 2012 l’Italia ha esportato verso i soli suoi
primi 37 mercati emergenti quasi 100 miliardi di euro. Infine, secondo il Trade Performance Index elaborato
dall’UNCTAD-WTO, su 14 macrosettori del commercio mondiale la Germania risulta prima
per competitività in ben 8 settori, ma l’Italia segue subito dopo, davanti a
tutti gli altri Paesi del mondo, con tre primi posti e
tre secondi posti per competitività, nonché con un sesto posto.

 

La Commissione

 

1. Si
rende conto dei danni d’immagine che un simile giudizio procura all’Italia,
essendo i documenti della stessa Commissione in grado di influenzare non solo
l’opinione dei Governi degli altri Paesi membri ma anche i media, i mercati
finanziari e le agenzie di rating?

2. E’
disposta a modificare questi giudizi, tenendo conto dei dati che ho fornito,
che mi sembrano inoppugnabili?

IT

E-007461/2013

Risposta di
Olli Rehn

a nome della
Commissione

 (6.8.2013)  

 

Nel documento
speciale (Occasional Paper) n. 138[1], il
personale della Commissione riconosce l’esistenza di imprese manifatturiere
italiane competitive che hanno compiuto progressi a livello della qualità (cfr.
pag. 34). Tuttavia, la transizione del settore manifatturiero italiano verso
attività basate maggiormente sulle tecnologie è stata lenta e la quota della
produzione di contenuto tecnologico medio e medio-elevato resta piuttosto
limitata rispetto al valore aggiunto reale della produzione (cfr. pag. 33, grafico
3.14). L’indice delle prestazioni del commercio (Trade Performance Index)
elaborato dall’UNCTAD/OMC mostra che nel 2011 l’Italia era ai primi posti in diversi
settori: tessile, pelletteria, abbigliamento, manufatti di base e macchinari
non elettronici. Tuttavia, la stessa banca dati indica che in questi (e altri)
macro‑settori la quota detenuta dall’Italia sul mercato delle esportazioni – un
indicatore della competitività esterna ampiamente utilizzato – è calata
significativamente fra il 2007 e il 2011. Secondo i servizi della Commissione, un
fattore determinante è la notevole sovrapposizione fra le strutture delle
esportazioni dell’Italia e di alcuni mercati emergenti, un elemento che espone
l’Italia a una forte concorrenza internazionale. La valutazione della
Commissione è ampiamente condivisa dai ricercatori del settore, come ha
dimostrato recentemente una pubblicazione della Banca d’Italia (Questioni di
Economia e Finanza, n. 193: “Il sistema industriale italiano tra
globalizzazione e crisi”).

 



[1]     http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/occasional_paper/2013/pdf/ocp138_en.pdf