DITTATURA VENEZUELANA E INTERESSI EUROPEI

La
situazione in Venezuela, dove lo status democratico del paese è in dubbio ormai
da diversi anni, si sta facendo sempre più rovente, con riscontrate ed evidenti
violazioni dei diritti umani da parte delle forze di polizia, alimentate da una
propaganda anti-americana, durante gli scontri di piazza e della repressione
del dissenso, passata anche dall’arresto del leader dell’opposizione Leopoldo
Lopez. Maduro, che governa per decreto in barba ad ogni principio di democrazia
rappresentativa, ha fatto arrestare 100 imprenditori accusandoli di essere
“parassiti capitalisti”, un ennesimo atto contro la libertà, di
impresa ma non solo, che fa seguito alla grave espropriazione di alcuni anni fa
della YPF, controllata dalla spagnola Repsol e al processo sistematico di
nazionalizzazione di imprese straniere.

 

La
Commissione

 

1.    Sa
dirci quante imprese con sede negli Stati Membri hanno subito espropri da parte
del governo del Venezuela?

2.    Ha
preso posizione a difesa di Repsol e di eventuali altre imprese coinvolte in
espropri e nazionalizzazioni?

3.    Ha
verificato che tra i 100 imprenditori coinvolti non ce ne sia qualcuno con la
cittadinanza europea?

4.    Può
chiarire se ci sono accordi di libero scambio o di cooperazione tra Unione
Europea e se si quali?

Non ritiene di dovere rivedere tali eventuali
accordi o comunque di fare quanto in suo potere finché il governo venezuelano
non si impegnerà al rispetto dei diritti umani dei manifestanti e della
legittima opposizione democratica?

IT

E-002226/2014

Risposta
di Karel De Gucht

a nome
della Commissione

(14.5.2014) 

 

 

La Commissione è consapevole del difficile clima
imprenditoriale incontrato dalle imprese europee in Venezuela e sta seguendo da
vicino gli sviluppi.

Secondo la Camera dell’industria e
delle attività manifatturiere del Venezuela, circa 1 440 imprese (sia
straniere che locali) hanno subito un esproprio negli ultimi 13 anni. Il valore
delle imprese espropriate è pari a circa 34 miliardi di USD, ma solo 11,5
miliardi di USD sono stati pagati a titolo di indennizzo, secondo il gruppo di
riflessione Ecoanalítica.

La Commissione dispone di informazioni secondo
cui molte delle imprese sono europee, incluse ad esempio l’impresa
agroindustriale spagnola Agroisleña, l’impresa al dettaglio francese Exito
(gruppo Casino), la società francese produttrice di cemento Lafarge e l’impresa
cartiera irlandese Smurfit Kappa.

La
delegazione dell’UE e le ambasciate degli Stati membri in Venezuela seguono da
vicino la situazione e hanno contattato le autorità venezuelane per difendere
gli investimenti dell’UE al momento degli espropri e successivamente.

La Commissione non dispone di informazioni in
merito alla presenza di cittadini UE tra gli imprenditori arrestati.

Attualmente non esiste un accordo
bilaterale tra l’UE e il Venezuela. Il dialogo istituzionale avviene nel
contesto delle relazioni UE-Mercosur, di cui il Venezuela è membro dal 2012. Il
Venezuela ha preso formalmente parte ai cicli di negoziato per un accordo di
associazione UE-Mercosur sin dalla sua adesione a quest’ultimo, ma ha perlopiù
rivestito il ruolo di osservatore e la sua posizione nei negoziati rimane poco
chiara.