PARERE della commissione per il commercio internazionale
destinato alla commissione per gli affari esteri
sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un protocollo all’accordo euromediterraneo di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e lo Stato di Israele, dall’altra, per tener conto dell’adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca all’Unione europea
(COM(2004)0754 – C6‑0000/2005 – 2004/0266(AVC))
Relatrice per parere: Cristiana Muscardini
BREVE MOTIVAZIONE
INTRODUZIONE
Il presente progetto di parere riguarda unicamente le relazioni commerciali con lo Stato d’Israele. Inoltre, conformemente all’articolo 46 del regolamento del Parlamento europeo, la commissione per il commercio internazionale tratta solo materie che rientrano nell’ambito della propria competenza.
Per questo motivo le conclusioni in appresso vanno intese come considerazioni a sostegno del ruolo svolto dal commercio. Può essere utile ricordare in questa sede che il commercio può contribuire a stabilire legami fra gli individui che, a termine, potrebbero avere ripercussioni positive sul piano politico.
CONTENUTO DELL’ACCORDO
Conformemente all’articolo 6, paragrafo 2, dell’atto di adesione dei nuovi Stati membri all’Unione europea, l’adesione di questi ultimi all’accordo euromediterraneo di associazione con lo Stato di Israele viene concordata mediante la conclusione di un protocollo allo stesso. Lo stesso articolo prevede una procedura semplificata nell’ambito della quale il protocollo è concluso tra il Consiglio, che delibera all’unanimità a nome degli Stati membri, ed il paese terzo interessato.
Il 10 febbraio 2004 il Consiglio ha approvato un mandato con il quale incaricava la Commissione di negoziare tale protocollo. A conclusione di tali negoziati, il testo è stato firmato dalle rispettive autorità a fine aprile 2004.
Il Parlamento è chiamato a dare il proprio accordo al presente protocollo. Gli aspetti più importanti del protocollo sono le disposizioni riguardanti l’adesione dei nuovi Stati membri all’accordo di associazione UE-Israele, l’adeguamento del protocollo riguardo ai prodotti agricoli e l’inclusione delle nuove lingue ufficiali dell’Unione europea.
COMMENTI
La definizione del protocollo, pienamente inserito nell’Accordo di associazione fra l’Unione europea ed Israele, costituisce un punto di rafforzamento del dialogo euromediterraneo nell’ambito del processo di Barcellona. Nello stesso tempo dimostra il buon andamento delle relazioni commerciali fra l’Unione ed Israele. Un dato lo conferma: per Israele l’interscambio con l’UE rappresenta il 36% dei suoi traffici commerciali complessivi.
Ancora qualche altro dato a riprova di questo trend positivo:
– la conclusione, il 9 dicembre 2004, dei negoziati tra la Commissione ed il governo israeliano per il cosiddetto “Action Plan”, nell’ambito della nuova politica di vicinato. (Israele ha fatto parte, con Marocco, Giordania e Autorità Palestinese, del primo gruppo di paesi che hanno raggiunto tale accordo);
– l’Accordo commerciale fra Israele, Giordania ed Unione europea, sulla scia di quello già da tempo concluso fra i due paesi mediterranei e gli Stati Uniti d’America che ha contribuito molto allo sviluppo economico della Giordania, che dovrebbe permettere alle tre parti in causa, ma soprattutto ai due paesi mediorientali, di trarre vantaggio dall’accordo Paneuromed sul cumulo delle norme d’origine. Tale accordo deve allargarsi ad altri paesi dell’area per far aumentare il volume degli scambi commerciali fra tutti i paesi euromediterranei;
– infine, l’accordo siglato fra la Commissione e lo Stato d’Israele il 13 dicembre 2004, che ha risolto in gran parte il contenzioso esistente, legato a differenti interpretazioni sulle norme d’origine dei prodotti provenienti da Israele e dai territori di Gaza e Gerico.
La conclusione è che i rapporti bilaterali commerciali con Israele possono considerarsi quindi abbastanza buoni e riguardano tutti i settori, dall’agricoltura alle tecnologie più avanzate.
Qualche considerazione sull’impatto che lo sviluppo del commercio può avere sul processo di distensione fra Israele ed Autorità Palestinese e sul ruolo dell’Unione europea al riguardo:
– si auspica la conclusione di un accordo in materia di cumulo dell’origine delle merci anche con l’Autorità Palestinese, vista la stretta interdipendenza, se non altro per motivi geografici, fra i due paesi, ciò che può essere di grande aiuto anche per il processo di pace in corso;
– il ritiro israeliano dai territori della Striscia di Gaza, che dovrebbero ritornare sotto il pieno controllo palestinese dal prossimo mese di agosto, pone il problema del futuro sviluppo economico di questa zona.
Il solo strumento utile al riguardo sembra il coinvolgimento, anche finanziario ma soprattutto tecnico/diplomatico, dell’Unione europea, per fare avanzare il dialogo fra le parti. Negoziati diretti con la presenza della Commissione europea possono essere il modo di arrivare ad una soluzione accettabile per tutti, che combini l’importanza e quindi le potenzialità positive del libero commercio con quelle della sicurezza degli Stati interessati.
Il presente parere offre alla commissione per il commercio internazionale la possibilità di sottolineare il proprio sostegno allo stabilimento di una zona di libero scambio euromediterranea, come previsto dalla Dichiarazione di Barcellona del 28 novembre 1995.
SUGGERIMENTI
La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nel progetto di raccomandazione che approverà, i seguenti suggerimenti:
1. si compiace del protocollo firmato fra l’Unione europea e lo Stato di Israele, che permette di allargare il trattato di associazione in vigore ai nuovi 10 Stati membri dell’Unione, ed è convinto che l’estensione dell’accordo possa contribuire a dare ulteriore impulso agli scambi commerciali fra le due parti;
2. si compiace dell’accordo raggiunto fra la Commissione europea e lo Stato d’Israele, adottato in sede di Comitato di cooperazione doganale, in merito all’indicazione da parte delle autorità israeliane del luogo d’origine delle merci;
3. invita Israele e l’UE a risolvere il più rapidamente possibile la questione bilaterale delle norme d’origine, aprendo in tal modo la strada alla possibilità di applicare con successo il sistema paneuromediterraneo di cumulo dell’origine fra Israele, i suoi vicini e la Comunità europea;
4. si compiace per l’accordo commerciale firmato di recente fra Giordania e Israele, che si propone di consentire alle parti di applicare il sistema paneuromediterraneo di cumulo dell’origine, con evidenti vantaggi per le parti interessate; si augura che accordi simili possano essere conclusi con altri paesi della zona;
5. è pertanto convinto che determinate iniziative commerciali, come un possibile accordo sul sistema paneuromediterraneo di cumulo dell’origine fra Israele e l’Autorità Palestinese – nonché con altri partner Euromed della regione – e il riconoscimento da parte di entrambi dei pertinenti accordi commerciali con l’Unione europea, possano dare il giusto impulso a sviluppi commerciali fra le due parti, con effetti positivi anche per il processo di pace in corso;
6. invita la Commissione a cooperare attivamente con le autorità palestinesi ed israeliane affinché, dopo che la Striscia di Gaza sarà stata posta interamente sotto l’amministrazione dell’autorità palestinese, si trovi la maniera più appropriata per favorire lo sviluppo economico di queste aree, assicurandosi nel contempo che esistano tutte le condizioni necessarie, anche di sicurezza, per entrambe le parti, per consentire a israeliani e palestinesi di commerciare agevolmente e lealmente e di prosperare armoniosamente in un’unica “customs envelope”;
7. sottolinea, con riferimento al cosiddetto “piano d’azione UE-Israele” nel quadro della nuova politica di vicinato, l’importanza di sviluppare i diritti sociali e del lavoro, ed esorta la Commissione, nel quadro delle sue attività al riguardo, a dedicare maggiore attenzione alla politica sociale e dell’occupazione, poiché i progressi in questo campo possono dare un importante contributo alla stabilità e alla pace.
PROCEDURA
Titolo | Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un protocollo all’accordo euromediterraneo di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e lo Stato di Israele, dall’altra, per tener conto dell’adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca all’Unione europea | |||||
Riferimenti | COM(2004)0754 – C6-0000/2005 – 2004/0266(AVC) | |||||
Commissione competente per il merito | AFET | |||||
Commissione competente per parere Annuncio in Aula | INTA | |||||
Cooperazione rafforzata | no | |||||
Relatore per parere Nomina |
Cristiana Muscardini 24.5.2005 |
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Esame in commissione | 12.7.2005 | |||||
Approvazione dei suggerimenti | 30.8.2005 | |||||
Esito della votazione finale | favorevoli:contrari:astensioni: | 2500 | ||||
Membri titolari presenti al momento della votazione finale | Enrique Barón Crespo, Daniel Caspary, Nigel Farage, Christofer Fjellner, Glyn Ford, Béla Glattfelder, Sajjad Karim, Caroline Lucas, Erika Mann, Helmuth Markov, David Martin, Javier Moreno Sánchez, Georgios Papastamkos, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Tokia Saïfi, Peter Šťastný, Johan Van Hecke, Zbigniew Zaleski | |||||
Supplenti presenti al momento della votazione finale | Panagiotis Beglitis, Albert Deß, Pierre Jonckheer, Zuzana Roithová, Antolín Sánchez Presedo, Ivo Strejček | |||||
Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale | Sergio Berlato |