DECLASSAMENTO IMMOTIVATO DELL’ITALIA DA PARTE DI STANDARD & POOR’S

Il
31 gennaio 2012  l’Agenzia di rating
Standard & Poor’s ha declassato il livello dell’Italia da A a BBB+ (cioè un
livello da Paese poco affidabile per gli investitori stranieri). Una
testimonianza in proposito, fatta alla fine di marzo dall’ex presidente del
Consiglio dei Ministri italiano Mario Monti al sostituto procuratore di Trani
Michele Ruggiero, titolare dell’inchiesta contro le agenzie di rating S&P e
Fitch,  sarà depositata a giorni. “Il
declassamento dell’Italia non era per niente giustificato dalla realtà dei
fatti”: questo il senso della testimonianza di Monti. Questa affermazione
coincide con l’opinione espressa da molti osservatori al momento del
declassamento, che però non è stata sufficientemente considerata per ragioni
legate alla polemica partitica interna. Il declassamento non avrebbe la
rilevanza che invece ha, se non avesse provocato danni, che la Corte dei Conti italiana, a
seguito di una propria inchiesta, ha calcolato in 234 miliardi di euro.

 

La
Commissione
:

 

1.    È
in grado di poter confermare l’opinione espressa dal presidente Monti.

2.    Può
confermare o meno se S&P non rispettò le regole europee su trasparenza,
indipendenza, tempestività e qualità dell’informazione, nell’annunciare e poi
rendere operativo il declassamento?

3.    Può
dirci se la sua  proposta CRA III per
migliorare il quadro normativo applicabile alle agenzie di rating è già entrata
in vigore?

4.    In
caso affermativo, perché non prende iniziative, in accordo con lo Stato membro,
per il risarcimento dei danni subiti?

5.    In
caso negativo, a cosa è dovuto il ritardo e quando sarà possibile contare su
questa nuova normativa?


IT

E-004826/2014

Risposta di Michel
Barnier

a nome della
Commissione

(12.6.2014)

 

 

Ritenendo
importante che i rating sovrani siano attendibili e trasparenti affinché gli
investitori possano comprenderne a pieno la motivazione e le più ampie
implicazioni, la
Commissione segue con attenzione l’attuale evoluzione della
situazione delle agenzie di rating del credito, sia negli Stati membri sia
al di fuori dell’UE.

 

Non spetta alla
Commissione rispondere ai quesiti 1, 2, 4 e 5 che trattano della vigilanza sulle
agenzie di rating, materia di competenza dell’Autorità europea degli strumenti
finanziari e dei mercati (AESFEM). Nel dicembre 2013 l’AESFEM ha
pubblicato una relazione sui processi di attribuzione dei rating sovrani[1].
L’analisi effettuata ha evidenziato alcune falle nel processo, tali da poter
mettere a repentaglio la qualità, l’indipendenza e l’integrità dei rating e del
relativo processo di attribuzione. L’AESFEM non vi ha tuttavia ravvisato una
violazione del regolamento relativo alle agenzie di rating del credito.

 

Riguardo al
quesito 3, la Commissione
conferma che il regolamento modificato relativo alle agenzie di rating del
credito (CRA III), che prevede norme nuove sui rating sovrani volte a
migliorarne la trasparenza e la qualità, è entrato in vigore nel
giugno 2013.

 

Le nuove norme sui
rating del credito[2]
contribuiranno considerevolmente a rafforzare la governance e i processi di
attribuzione del rating al debito sovrano. Come prevede il nuovo regolamento, la Commissione presenterà
al Parlamento europeo e al Consiglio, entro il 2014, una relazione in merito
all’opportunità di sviluppare una valutazione europea del merito creditizio per
il debito sovrano. Le constatazioni e osservazioni dell’AESFEM sulle procedure
legali[3]
inerenti alle agenzie di rating del credito apporteranno un contributo
importante alla stesura di tale relazione e alla valutazione dell’opportunità
di varare ulteriori misure.

 



[1]     ESMA,
Credit Rating Agencies, Sovereign ratings investigations, ESMA’s assessment of
governance, conflicts of interest, resourcing adequacy and confidentiality
controls, 2 dicembre 2013, ESMA/2013/1775.

[2]     GU L 146 del 31.5.2013, pagg. 133.

[3]     In linea con gli articoli 21 e 22bis – GU L 145 del
31.5.2011, pagg. 38-39