Tra
le tante difficoltà, antiche e nuove, che l’Italia si trova ad affrontare,
mentre il covid e la crisi sanitaria ed economica continuano, vi è il crollo di
ponti o la loro chiusura per pericolosità.
Ministri
impreparati, incompetenti o indifferenti hanno lasciato incancrenire il
problema e periodicamente, anche quando fortunatamente non ci sono morti o
feriti, interi territori si trovano svantaggiati ed isolati per la mancanza di
collegamenti diretti. Considerato che negli anni si sono susseguiti diversi
governi possiamo tranquillamente ipotizzare o che c’è una volontà politica
comune, a tutte le forze politiche, volta a far precipitare sempre più in
basso l’Italia o che lo scadimento del personale politico è tale per cui
chiunque vada a ricoprire l’incarico è un incapace.
Per
non citare i soliti più noti crolli vogliamo ricordare solo il ponte Lenzino la
caduta del quale ha spaccato in due l’Alta Valtrebbia il 3 ottobre. Un ponte
per il quale le proteste risalgono almeno al settembre 2010 e a seguito delle
proteste nell’ottobre furono sbloccati 450.000 euro per risanare il ponte
costruito a metà del 1800. Dopo quei lavori finalmente il ponte divenne
percorribile anche dai camion e dalle corriere ma bisognava fare altri lavori
urgenti per garantite la sicurezza, ma solo dopo diverse pressioni nel 2017 il
ministro Del Rio promise 6 milioni di euro che però furono congelati per due
anni. Quando furono finalmente sbloccati, tra un inghippo ed una pratica dopo l’altra,
nel gennaio del 2020 si diede finalmente avvio al cantiere, purtroppo troppo
tardi per salvare il ponte, in tutti questi anni l ‘ANAS avrebbe dovuto
monitorare lo stato della struttura e monitorava così bene che il ponte è
crollato tagliando in due la statale 45…
Quanti
ponti e viadotti in Italia stanno ancora aspettando quella manutenzione che
andrebbe fatta di routine normalmente e che comunque era stata promessa dopo la
tragedia di Genova? Quante persone devono rischiare la vita o soffrire per l’isolamento
dei loro territori prima che i ministri ed i dirigenti ANAS facciano il loro
dovere?