Quarantaquattresimo
dalla chiusura di alcune aree e quarantesimo giorno dalla chiusura di tutta l’Italia, giorno che nasce con altre polemiche
e notizie confuse.
I
Cinque Stelle sembrano tornati i principali protagonisti di una nuova stagione
di veleni, Crimi parla di commissariamento della Lombardia, regione dove
sicuramente le cose sono andare male e sono stati commessi errori ma è
criminale in questo momento creare ulteriori tensioni e confusioni
istituzionali. Le cose sono andate male in tutta Italia specialmente nella
maggior parte delle case di riposo per anziani. Le indagini della Guardia di
Finanza e dei Nas avevano, già da molto prima del virus, segnalato situazioni
di grave degrado e responsabilità, e i Cinque Stelle, che erano al governo
prima come lo sono ora, non hanno ritenuto di intervenire assumendosene, come
partito di governo, tutte le responsabilità conseguenti. Se certe situazioni
fossero state sanate prima, se si fossero fatte le dovute chiarezze sulla
gestione delle Rsa, sul personale, la dirigenza, la conduzione, lo stato di
salute degli anziani, oggi, nonostante gli errori commessi durante l’epidemia,
non avremmo così tanti morti. Se ci fossero state le misure di protezione
individuale da dare subito al personale sanitario, dagli ospedali ai medici di
base, dal personale delle case di riposo ai volontari, non avremmo avuto tutti
questi contagi. Se fosse stata dichiarata zona rossa la bergamasca, con buona
pace del sindaco Gori, e Milano, con buona pace di Sala, non ci sarebbero stati
tanti contagi. Se l’Istituto Superiore di Sanità avesse avuto le scorte per
affrontare una pandemia, come era stato richiesto dall’Oms dopo la Sars, non
sarebbero mancati quei presidi che anche ora, a fine aprile, sono ancora
mancanti. Se da gennaio si fossero cercati quei presidi che colpevolmente non
si erano acquisiti prima, se dalla protezione civile non fossero arrivati
segnali contro l’uso delle mascherine, se ai cittadini si fosse chiaramente
detto: non abbiamo mascherine per tutti, cominciate ad organizzarvi facendole
provvisoriamente voi con materiale idrorepellente, avremmo avuto meno contagi e
in politica, piaccia o non piaccia, bisogna dire la verità non prendere in giro
le persone che dovremmo guidare con responsabilità e correttezza.
Se
ci fosse stato un piano nazionale per chiedere agli albergatori la messa a
disposizione di alberghi per il ricovero delle persone che dovevano stare in
quarantena, evitando così che rimanessero a casa a contagiare i loro familiari,
avremmo avuto meno contagi e avremmo aiutato qualche albergo a rimanere in
piedi e conservando qualche posto di lavoro. Se ci fossero stati i reagenti e
si fossero fatti subito i tamponi a tutti coloro che avevano un sintomo,
curandoli poi senza ospedalizzarli, avremmo evitato di intasare gli ospedali e
di veder morire tante persone perché l’intervento era avvenuto troppo tardi. Se
si fosse da subito avuto il coraggio di assumersi la responsabilità di chiudere
fino a maggio, invece di continuare ad allungare i tempi di volta in volta, avremmo
evitato alle persone ulteriori stress che avranno conseguenze gravi anche nel
futuro, come dicono chiaramente psicologi e psichiatri. Se ci fosse stato un
piano per aiutare le famiglie che hanno congiunti con disabilità si sarebbe
fatto solo quello che è uno dei principali doveri di chi governa e cioè
occuparsi di chi ha più bisogno. Se non fossero uscite troppe volte notizie
contraddittorie, se invece di polemizzare con Zaia si fosse dato vita ad una
collaborazione, come è avvenuto in Portogallo, tra maggioranza ed opposizione,
se non si fosse dato spazio a posizioni preconcette, si fosse usata la lealtà e
la trasparenza, evitando tanti deleteri personalismi, troppo marcati sia nel
governo che nell’opposizione, probabilmente non saremmo ora nella situazione
nella quale siamo. Se si fossero fatti un po’ meno task force ma utilizzato
persone che conoscono meglio la realtà del quotidiano forse sarebbe stato dato
già un aiuto per badanti, colf, lavoratori dello spettacolo ed altre categorie
tutt’ora non prese in considerazione ma devono mangiare anche loro. Non ci sono
lavoratori di serie A e di serie C. Se tra i saggi, che dovrebbero dire quali
sono le norme per potere aprire e che addirittura avrebbero la scelta di chi
potrà o meno lavorare, si fosse chiamato almeno un componente dei sindacati
industriali forse, dopo tutti i giorni che sono già passati dall’insediamento
dei saggi, avremmo un piano concreto e non solo chiacchiere.
Se
la cassa integrazione fosse passata dall’Inps e non dalle banche avremmo
sveltito, e non nuovamente appesantito e procrastinato nel tempo, un aiuto
urgente per lavoratori ed imprese. Anche l’app ‘Immuni’ sembra uscita dal
cilindro del mago, per funzionare occorre che vi aderisca più del 60% degli
italiani. Qualcuno ricorda il costo di uno smartphone? Che nel centro sud solo
4 famiglie su 10 hanno un computer ed un collegamento internet? Si minaccia di
limitare i movimenti di chi non attiva l’app, che fine ha fatto la
Costituzione? Di chi ci dovremmo fidare per la riservatezza dei dati sensibili,
ci chiedono anche quali malattie pregresse abbiamo, in un paese deve anche
l’Inps ha diffuso dati personali di alcuni ad altri, dove l’acquisto di dati
sensibili è una prassi visto che sono sempre aziende private che li gestiscono?
Molte
sono le critiche comprovate da muovere al governo, un governo guidato da chi
rappresenta per la seconda volta l’Italia, con due coalizioni diverse, e senza
essere mai stato eletto. Come in altre occasioni pensiamo che i conti si
faranno dopo ora è il momento di concludere, il nostro consiglio è di
cominciare a stare zitti, a documentarsi prima di parlare, di non scaricare
sugli altri le proprie responsabilità perché più che mai è il caso di dire chi
è senza peccato scagli la prima pietra. Ma chi è in malafede e vorrà comunque
scagliare le sue minacce ricordi anche che chi di spada ferisce di spada
perisce, sono morti troppi italiani perché si possa avere ancora pazienza.