CONTRAFFAZIONE E DENARO FUORI CONTROLLO

“C’è un’enorme massa di denaro generata dall’industria della contraffazione – ha dichiarato il comandante generale della Guardia di Finanza italiana – che viene ripulita e reimpiegata nell’economia legale, in grado di far defluire oltre 5 miliardi di euro attraverso i canali di money transfer, di cui ben 150 milioni sono stati intercettati e recuperati nel 2010.” Il trasferimento avviene attraverso ben 6.500 nuovi sportelli nel 2009, più del primo gruppo bancario italiano che ne possiede 5.900. Nell’ultimo triennio l’incremento ha superato le 16 mila unità ( più della rete di Poste Italiane che ne ha 14 mila). Sono dati impressionanti che spiegano l’uso che ne viene fatto da chi vuole regolare le transazioni collegate al traffici illeciti e al riciclaggio dei relativi proventi, poiché trasferendo denaro contante è assai più facile eludere i controlli antiriciclaggio e ostacolare l’individuazione dell’origine dei fondi. Nel 2010, tuttavia, sono stati sequestrati 4 milioni di prodotti contraffatti, sono state denunciate 186 persone, 73 sono state arrestate, ed è stato congelato un patrimonio corrispondente a 182 milioni di euro. In sette anni il numero complessivo dei sequestri è passato dai 34 milioni del 2003 agli oltre 110 milioni del 2010.


I network sono transnazionali e il 64% della produzione contraffatta sequestrata è cinese; sono stati sequestrati anche 42 siti-web e oscurato un sito svedese. Il valore della merce tra il 2008 e il 2009 è stato superiore ai 2 miliardi di euro, circa 40 mila euro a operazione. Ogni giorno la Finanza toglie dal mercato merce contraffatta per oltre 3 milioni di euro. Tanto il fenomeno del trasferimento del denaro, quanto quello del sequestro di merce contraffatta sono in continuo aumento, nonostante l’accrescersi dell’attività della Finanza in entrambe le direzioni.


 


La Commissione :


 


1.      Come spiega questa apparente contraddizione?


2.      E’ forse dovuta alla limitata regolamentazione contro i due fenomeni e alla insufficiente penalizzazione prevista dalle leggi per chi le contraddice?


3.      Quale collaborazione concreta offre ai Servizi nazionali nella lotta alla contraffazione e nel movimento di denaro illecito?


4.      Quali eventuali nuove proposte intende presentare per migliorare gli strumenti atti a combattere i due fenomeni?


 



 


E-004409/2011


Risposta di Michel Barnier


a nome della Commissione


(24.6.2011)


 


 


Nella relazione della Commissione del 2009 “Relazione sull’azione delle dogane UE per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale” (Direzione generale Fiscalità e Unione doganale)[1], è chiaro che il livello della contraffazione e della sfida alla pirateria non può essere sottostimato e a tal fine la relazione della Commissione conferma che l’Italia è uno degli Stati membri più attivi in termini di articoli sequestrati dalle autorità doganali. Solo l’Italia rappresenta oltre il 10% dei 118 milioni di articoli sequestrati complessivamente dalle autorità doganali nel 2009 nell’UE.


 


Il 24 maggio la Commissione ha proposto di affidare i compiti dell’Osservatorio europeo sulla contraffazione e la pirateria all’ Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI) a Alicante. Ciò consentirà all’Osservatorio di beneficiare dell’esperienza e della struttura dell’UAMI e di ricercare nuove tecnologie innovative contro la contraffazione, come le tecnologie di tracciamento per contribuire alle indagini in materia di contraffazione e pirateria.


 


Un importante pilastro legislativo nella lotta contro i beni contraffatti è la direttiva del 2004 sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale (direttiva 2004/48/CE)[2]. Essa dispone misure di diritto civile che assicurano ai titolari dei diritti il rispetto dei loro diritti di proprietà intellettuale, ma che andrebbero adeguate, in particolare, alla luce delle sfide specifiche dell’era digitale. Successivamente alla relazione della Commissione del dicembre 2010 sull’applicazione della direttiva e a una pubblica consultazione che ha avuto luogo sino al 31 marzo 2011 (terminata con una pubblica audizione con le persone interessate a Bruxelles il 7 giugno), nella primavera del 2012 la Commissione adotterà una proposta di rafforzamento della direttiva.


 


Il regolamento doganale del 2003 (regolamento n. 1383/2003)[3] assomiglia a un pilastro legislativo fondamentale per affrontare il problema dei beni contraffatti e quindi rappresenta un’arma molto importante di cui dispongono le autorità doganali.


La Commissione ritiene tuttavia che questo regolamento dovrebbe ora essere sostituito da un nuovo strumento normativo. Basandosi sui risultati ottenuti con il vigente regolamento, questo nuovo strumento consentirà alle autorità doganali di combattere le violazioni alla proprietà intellettuale alle frontiere più efficacemente in futuro.


 


Per quanto attiene alla legislazione per combattere il riciclaggio di denaro sporco e il finanziamento del terrorismo, a livello UE esistono numerosi atti normativi in vigore che considerano i potenziali rischi del riciclaggio di denaro sporco connessi ai trasferimenti di denaro. Questa normativa comprende tra l’altro la direttiva 2005/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 ottobre 2005, relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo[4], la direttiva 2006/70/CE della Commissione, del 1° agosto 2006, recante misure di esecuzione della direttiva 2005/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la definizione di persone politicamente esposte e i criteri tecnici per le procedure semplificate di adeguata verifica della clientela e per l’esenzione nel caso di un’attività finanziaria esercitata in modo occasionale o su scala molto limitata[5], il regolamento (CE) n. 1889/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 ottobre 2005, relativo ai controlli sul denaro contante in entrata nella Comunità o in uscita dalla stessa[6] e il regolamento (CE) n. 1781/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 novembre 2006, riguardante i dati informativi relativi all’ordinante che accompagnano i trasferimenti di fondi[7]. I servizi della Commissione valutano attentamente le minacce e i rischi emergenti in questo settore. Nel 2011 è stato pubblicato uno studio sull’applicazione della direttiva 2005/60/CE[8]. I servizi della Commissione partecipano anche attivamente nella valutazione e nella revisione di norme internazioni nel settore antiriciclaggio, in particolare quelle elaborate dalla task force finanziaria sul riciclaggio del denaro. Questo processo di valutazione e di revisione è in corso e in funzione del risultato delle relative discussione e considerati gli altri sviluppi in questo settore (ad es. cambio di rischi o di regimi in materia di riciclaggio di denaro sporco), i servizi della Commissione prenderanno in considerazione proposte di possibili modifiche all’attuale quadro normativo in vigore.


 








[1]    http://ec.europa.eu/taxation_customs/customs/customs_controls/counterfeit_piracy/statistics/index_en.htm



[2]    GU L 195 del 2.6.2004.



[3]    GU L 196 del 2.8.2003.



[4]    GU L 309 del 25.11.2005.



[5]    GU L 214 del 4.8.2006.



[6]    GU L 309 del 25.11.2005.



[7]    GU L 345 dell’8.12.2006.



[8]    http://ec.europa.eu/internal_market/company/docs/financial-crime/20110124_study_amld_en.pdf