CIRCUITI STAMPATI: COMMISSIONE EUROPEA SOTTO ESAME

 

 CIRCUITI STAMPATI COMMISSIONE EUROPEA SOTTO ESAME

L’Onorevole Muscardini ha inoltrato alla Commissione Europea in data 6 febbraio un’interrogazione parlamentare perché preoccupata per la riduzione della produzione europea dei circuiti stampati.

La crescita sostenuta della produzione di circuiti stampati a livello mondiale nel periodo 2004-2007 non ha investito l’Europa[1].

 

Il dazio d’importazione del 5,2% della materia prima di base per la produzione del circuito stampato è imposto esclusivamente all’Unione Europea. Nessun dazio è imposto per i circuiti stampati importati da Paesi terzi. Questa situazione favorisce la produzione al di fuori dell’UE, competitiva nei prezzi ma non nella qualità dei prodotti.

  

L’Onorevole Muscardini segnala inoltre che gli incentivi al settore automobilistico decisi in questi giorni vengono dati alle aziende produttrici di automobili nonostante queste acquistino circuiti stampati prodotti da Paesi terzi.

 

 

 In conclusione  si esprime la necessità di assicurare un confronto alla pari fra imprese europee e non, rivedendo la questione degli elevati investimenti necessari a garantire la qualità, l’aggiornamento delle norme del settore automobilistico e il rispetto dell’ambiente 


[1] Tra i primi dieci maggiori produttori (competitors) internazionali l’Unione europea è rappresentata solo dalla Germania che attualmente è uno dei mercati meno dinamici e sta registrando le più elevate perdite in fatto di quote di mercato mondiale (passando dal 7,8% del 2003 al 4,4% del 2007). Considerando la variazione percentuale nel quadriennio 2003/2007 del valore delle esportazioni dei principali paesi produttori,  in generale essa risulta negativa per i paesi europei (Germania -5,8%, Regno Unito -8,5%, Austria -11,1%, Ungheria -2,9%), mentre registra incrementi significativi soprattutto per i paesi dell’Estremo Oriente (basti citare Hong Kong con il +28,6% e la Cina con il +26,8%). Le 122 aziende presenti sul mercato tedesco nel 2000 si sono ridotte a 80 nel 2007. In Italia per lo stesso periodo si è passati da 110 aziende a soltanto 32.