CAMPAGNA CHOC ANTIFRONTALIERI IN SVIZZERA

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-011025/2010


alla Commissione


Articolo 117 del regolamento


Cristiana Muscardini (PPE)


Oggetto:      Campagna choc antifrontalieri in Svizzera


Suscita molte polemiche, in Italia, una campagna choc antifrontalieri lanciata in Canton Ticino, nella quale sono raffigurati tre topi che rappresentano un piastrellista italiano, un poco raccomandabile simil-ladro romeno e il ministro Giulio Tremonti.


Nonostante abbia scelto di non essere uno Stato membro dell’Unione europea, la Svizzera ha firmato accordi bilaterali che regolano, tra le varie politiche, anche la posizione dei frontalieri, che sono costretti in pratica ad adattarsi a diverse giurisdizioni, in base a scelte sociali o occupazionali, fra gli Stati di frontiera.


Può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:


     È a conoscenza di questa campagna?


     Esistono accordi bilaterali che regolano i rapporti tra frontalieri e l’adeguamento alle diverse legislazioni?


     Come si intende garantire la posizione dei frontalieri?


 



E-10902/10IT


E-11025/10IT
Risposta dell’Alto rappresentante/Vicepresidente Catherine Ashton


a nome della Commissione


 


 


 


Per quanto riguarda le prime due domande, la Commissione rimanda alla sua risposta all’interrogazione parlamentare E-8144/10[1].


La Commissione comprende l’emozione suscitata dalla campagna pubblicitaria svizzera contro gli Italiani e altri cittadini dell’UE. Una campagna di questo tipo non può che essere condannata ma, trattandosi di un’iniziativa individuale, sia pur deplorevole, la Commissione non ritiene che rientri nel campo di applicazione degli accordi UE-Svizzera e pertanto non prevede di rivolgere una protesta formale alla Svizzera in proposito.


Ogni parte contraente è responsabile, sul proprio territorio, dell’applicazione dell’accordo tra l’Unione europea e la Confederazione svizzera sulla libera circolazione delle persone.


Le questioni relative all’applicazione dell’accordo sono esaminate dall’Unione europea e dalla Svizzera in seno al Comitato misto istituito dall’accordo.






[1]     http://www.europarl.europa.eu/QP-WEB