Nella provincia di Biella vi è un distretto tessile di qualità che, con 1000 aziende e 20.000 lavoratori, produce il 40% dei tessuti di pregio venduti in tutto il mondo. Da qui, ad esempio, proviene la fabbricazione delle tute per gli astronauti come delle stoffe per rivestire i nuovi divani della Casa Bianca.
Questo, che a buon diritto può essere considerato il polo europeo del tessuto di qualità, è stato messo a rischio dalla sleale concorrenza turca e soprattutto cinese, che continua a non essere adeguatamente regolamentata da norme comunitarie. Per poter sopravvivere il distretto necessita di un finanziamento di almeno 250 milioni di euro.
Fondamentale, al fine di garantire la sua sopravvivenza e quella di tutto il tessile in Europa, è l’introduzione di una legge che, come già avviene per i prodotti agricoli, consenta di ricostruire la “storia di una stoffa”, la sua provenienza e i metodi di lavorazione.
A fronte di ciò chiede alla Commissione:
1. se è a conoscenza del suddetto problema
2. quali misure intende mettere in atto per regolamentare la concorrenza dei paesi extra-Ue
3. se sta studiando forme agevolate di credito, specifiche per questo settore
4. se ha intenzione di prendere in esame una proposta di legge che obblighi a indicare su ogni capo la “storia” della sua stoffa.
Risposta data da Günter Verheugen a nome della Commissione | ||||||||||||
La Commissione segue da vicino gli sviluppi del settore tessile. Tale settore sta risentendo, come numerosi altri settori industriali, della crisi globale dell’economia e del calo della domanda. La Commissione è consapevole che Biella rappresenta una delle regioni tessili che sono state colpite dal processo di liberalizzazione del commercio tessile. In questo contesto, le politiche UE offrono numerose possibilità per migliorare le condizioni quadro per tutti i settori industriali inclusa l’industria tessile e dell’abbigliamento. Numerose politiche sono in atto o programmate per il prossimo futuro.
1. Quando l’accordo sui tessili e l’abbigliamento (ATA) è scaduto nel 2005, si è proceduto alla liberalizzazione del commercio dei tessili in tutti i paesi dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Confrontata ad un aumento significativo di importazioni provenienti dalla Cina, l’UE ha ripristinato contingentamenti all’importazione ai livelli convenuti nel giugno 2005 per dieci categorie di prodotti tessili, mediante un protocollo d’intesa (MoU). Si è trattato di un accordo definitivo con la Cina. I contingentamenti convenuti sono scaduti il 31 dicembre 2007. Il MoU aveva lo scopo di offrire un margine di manovra supplementare all’industria comunitaria al fine di adeguare il nuovo ambiente dopo la scadenza dell’ATA. Il sistema è diventato operativo come previsto nel 2008. Nel corso del 2008, la Commissione ha tenuto contatti regolari con tutte le parti interessate (industria UE, importatori e commercianti comunitari, Stati membri e Cina). Attualmente, la Commissione continua a controllare le importazioni dalla Cina e dagli altri partner commerciali e a tenere le parti interessate informate sull’evoluzione del commercio. Nel dicembre 2008, il Consiglio europeo ha approvato un piano europeo di ripresa economica, corrispondente alla comunicazione della Commissione del 26 novembre 2008. In particolare esso prevede un aumento dell’intervento da parte della banca europea per gli investimenti pari a 30 miliardi di euro nel 2009/2010, soprattutto per le piccole e medie imprese. Inoltre appoggia un’esenzione temporanea di due anni oltre la soglia de minimis per l’aiuto statale relativo ad un importo che arriva a 500 000 EUR e l’adeguamento del quadro come richiesto, al fine di aumentare il sostegno alle imprese, in particolare PMI e la piena attuazione del piano d’azione per lo «Small business act», adottato dal Consiglio il 1o dicembre 2008. La Commissione ritiene adeguato l’attuale quadro legislativo applicabile al settore tessile per quanto concerne i requisiti di informazione dei consumatori. Alle condizioni attuali, la Commissione non intende avviare una proposta legislativa che imponga requisiti supplementari riguardanti in particolare l’etichettatura dei prodotti tessili.
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