BARRIERE NON TARIFFARIE IMPOSTE DAI PAESI NON APPARTENENTI ALL’UE


In molti Stati non appartenenti all’Ue, nostri partner economici e commerciali, alcuni dei quali in regime di Unione doganale, come la Turchia, prevedono l’obbligo di presentare, per talune merci esportate, certificati o attestazioni estremamente laboriose e costose. Un esempio é la normativa tecnica GB 18401 Industry Standard, imposta dalla Cina, dove il certificato di convalida dell’esportazione è emesso a seguito di test specifici, svolti solo da laboratori ufficialmente accreditati presso le autorità cinesi; la situazione si ripete per gli Stati Uniti e per altri paesi che godono di rapporti commerciali privilegiati con l’Unione.


La Commissione


1.    è al corrente della situazione?


2.    può fornirci i dati sui vari test o certificati richiesti dai nostri partner commerciali per le esportazioni di merci europee nei loro paesi?


3.    non ritiene doveroso procedere a una normatizzazione delle dogane europee, aumentando i controlli anche per le merci importate da paesi terzi, che possono essere considerate dannose per i consumatori e distorsive della concorrenza sui nostri mercati?


 


 


Risposta di Antonio Tajani


a nome della Commissione


(24.5.2011)


 


 


Per quanto concerne i quesiti 1 e 2 sollevati dall’onorevole deputato, la Commissione segue attivamente gli sviluppi normativi nei mercati dei paesi terzi al fine di assicurare agli esportatori dell’UE opportunità reali di accesso al mercato, con una particolare attenzione per le esigenze delle piccole e medie imprese (PMI).


 


Se è vero che i paesi hanno il diritto di stabilire livelli propri di protezione del pubblico, come nel campo della salute e sicurezza umane e della protezione ambientale, e di varare opportune soluzioni regolamentari, non è giusto abusare di tale diritto e si devono rispettare le pertinenti regole commerciali internazionali. A tal fine, dando seguito alla strategia UE per l’accesso ai mercati[1], la Commissione fa pieno uso di tutti gli strumenti legali disponibili, dei negoziati commerciali multilaterali e bilaterali nonché di altri canali bilaterali con i partner  commerciali dell’UE al fine di prevenire o affrontare gli ostacoli esistenti agli scambi internazionali. In ciò rientra la lotta contro gli ostacoli agli scambi derivanti, tra l’altro, da requisiti eccessivamente onerosi in termini di prove e di certificazione.


 


Come indicato nelle recenti comunicazioni “Commercio, crescita e affari mondiali”[2] e “Una politica industriale integrata per l’era della globalizzazione”[3], la Commissione promuove attivamente nell’arena internazionale lo sviluppo di regole standard globalmente compatibili sulla base dei principi di buone prassi normative e di pertinenti standard internazionali. L’obiettivo ultimo è pervenire, alla convergenza normativa a livello internazionale. Nel campo della valutazione di conformità dei prodotti industriali, in linea con la politica di regolamentazione della stessa UE, ciò comprende in modo specifico la promozione di procedure di valutazione di conformità che tengano conto delle esigenze dell’industria, basate sull’autocertificazione di conformità da parte dei fabbricanti unita a una valida sorveglianza successivamente all’immissione dei prodotti sul mercato (fatta eccezione per i prodotti che presentano i più gravi rischi per la salute e la sicurezza) nonché il sostegno dei sistemi volontari internazionali messi a punto tra organismi di valutazione di conformità e organismi di accreditamento che potrebbero agevolare l’accettazione reciproca dei certificati di accreditamento e di valutazione di conformità.


 


Gli obiettivi di cui sopra sono perseguiti applicando efficacemente le attuali regole sugli scambi internazionali come gli accordi dell’Organizzazione mondiale del Commercio (OMS) sugli ostacoli tecnici agli scambi o sulle misure sanitarie e fitosanitarie, il ciclo di negoziati di  Doha sulle barriere non tariffarie, gli accordi commerciali bilaterali in vigore (come, ad esempio, l’accordo doganale con la Turchia) in via di negoziazione nonché un’accresciuta cooperazione normativa internazionale con i maggiori partner commerciali dell’UE, quali gli Stati Uniti, la Cina, la Russia e il Giappone.


 


Per quanto concerne i paesi coinvolti nella politica di vicinato, un’integrazione economica più stretta realizzata estendendo loro i benefici del mercato unico europeo in ambiti selezionati rappresenta una priorità politica comune. Nel campo dei prodotti industriali, il principale strumento sarà dato dalla conclusione degli accordi sulla valutazione della conformità e l’accettazione dei prodotti industriali (ACAA) in seguito all’allineamento del sistema normativo dei paesi partner a quello dell’UE negli ambiti pertinenti.


 


Infine, per quanto concerne il quesito 3, la Commissione è perfettamente d’accordo con l’onorevole deputato quanto alla necessità di accrescere il coordinamento tra le autorità doganali e le autorità preposte alla sorveglianza del mercato (o le altre autorità responsabili) nell’UE al fine di intensificare i controlli sui prodotti importati da paesi terzi. Il regolamento (CE) n. 765/2008[4] in materia di accreditamento e vigilanza del mercato, entrato in vigore il 1° gennaio 2010, intende contribuire a tale sviluppo. Il regolamento fissa obblighi specifici per gli Stati membri e rafforza le procedure di controllo dei prodotti importati. Esso intende assicurare che solo prodotti sicuri e conformi alla legislazione dell’Unione siano immessi sul mercato UE. Un’attuazione adeguata e generalizzata di queste disposizioni dovrebbe far sì che nessun prodotto pericoloso raggiunga i cittadini dell’UE e che non si verifichino distorsioni del mercato a seguito dell’immissione sul mercato di prodotti non sicuri o non conformi. Considerate le importanti differenze che si riscontrano nei sistemi nazionali di sorveglianza del mercato la Commissione rafforza le attività di coordinamento per assicurare l’adeguata attuazione del quadro UE per la sorveglianza del mercato, compresi i controlli doganali. La Commissione rinvia anche l’onorevole deputato alla propria risposta all’interrogazione E-9899/2010[5].






[1]          Comunicazione della Commissione “Europa globale: Un partenariato rafforzato per assicurare l’accesso ai mercati per gli esportatori europei”, COM(2007) 183 definitivo, 18.4.2007. Per una rassegna delle attuali questioni prioritarie in tema di accesso al mercato si rinvia anche alla relazione della Commissione al Consiglio europeo “Relazione 2011 sugli ostacoli agli scambi e agli investimenti – Impegnare i nostri partner economici strategici a migliorare l’accesso al mercato: interventi prioritari per l’eliminazione degli ostacoli agli scambi”, COM(2011) 114 definitivo, 10.3.2011, nonché il documento di lavoro dei servizi della Commissione che l’accompagna, SEC (2011) 298 definitivo.



[2]     COM (2010) 612 definitivo, 9.11.2010.



[3]     COM (2010) 614 definitivo, 28.10.2010.



[4]     GUEU L 218 del 13.08.2008.



[5]          http://www.europarl.europa.eu/QP-WEB/home.jsp