AUMENTO AIUTI AI PAESI DEL VICINATO

In una dichiarazione pubblicata alla vigilia del recente vertice del G8, considerata come una risposta concreta alla ”primavera araba” e alla aspirazioni dei partner dell’Est dell’Unione, il Presidente Barroso ha indicato che liberare fondi supplementari va ben al di là di un nuovo impegno finanziario, poiché è l’espressione concreta del nostro impegno a incoraggiare le riforme e ad aiutare coloro che aspirano alla libertà politica e ad un avvenire migliore. “Incoraggiando la democrazia e lo sviluppo, noi rafforziamo anche la stabilità ed evitiamo l’instabilità”. “Un esempio concreto – ha continuato Barroso – è la creazione di un Fondo europeo per la democrazia, destinato a sostenere i cambiamenti democratici presso i nostri partner”. Ed ha concluso affermando che se  da solo, l’aiuto non ha permesso di raccogliere le sfide socioeconomiche  nei paesi del vicinato, devono essere prese allora nuove misure per stimolare la crescita e l’occupazione. Va bene l’aiuto alla sviluppo, purché ci sia effettivamente sviluppo. Va bene aumentare gli aiuti, purché ci sia occupazione effettiva. La dichiarazione  e la nuova strategia nei confronti di un vicinato in continua mutazione mi spingono a porre qualche interrogativo.


 


1.      La crisi mediterranea e l’intervento armato contro la Libia vede coinvolte somme considerevoli, ben superiori all’ammontare di 1,2 miliardi di euro previsti per il vicinato. Non sarebbe stato più opportuno investire quei fondi per lo sviluppo e l’occupazione anziché per le bombe “umanitarie” finalizzate ad annientare un capo di Stato?


2.      La crisi finanziaria sistemica ha provocato danni economici e sociali in molte regioni dell’UE. Che fondi nuovi sono stati previsti, in analogia a quelli per il vicinato, per il loro sviluppo e per l’occupazione, soprattutto giovanile?


3.      La Commissione non crede che l’opinione pubblica si interroghi sull’efficacia di queste spese belliche “umanitarie” fatte per abbattere la dittatura e su quelle, vecchie e nuove, destinate ad instaurare la democrazia e lo sviluppo dei Paesi vicini?


4.      Non crede che il pericoloso affaissement dell’Unione europea denunciato da Le Monde del 25 maggio corrente dipenda anche da queste scelte che non convincono del tutto l’opinione pubblica e creano gravi perplessità sulle funzioni e sulle competenze dell’Unione?


 



E-005492/2011


Risposta di Štefan Füle


a nome della Commissione


(9.8.2011)


 


 


Gran parte degli aiuti proposti dalla Commissione mira essenzialmente ad aiutare i paesi partner a creare le condizioni adeguate per la crescita economica e l’occupazione, esattamente come suggerito dall’onorevole parlamentare.


 


In una recente dichiarazione congiunta (COM (2011) 303), la Commissione e l’Alto rappresentante hanno presentato un ampio pacchetto di proposte volte ad aiutare i paesi partner nel processo di transizione verso la democrazia e verso forme di governo responsabili nonché a sostenere l’adozione di politiche in grado di assicurare una crescita più solida, sostenibile e più inclusiva, lo sviluppo di micro, piccole e medie imprese e la creazione di posti di lavoro, soprattutto per i giovani.


 


Le spese connesse all’intervento militare in Libia non sono finanziate dal bilancio dell’UE e le questioni ad esse correlate devono essere discusse con gli Stati interessati.