ARCHITETTURA SANA E MATERIALI DA PRIVILEGIARE

Con lo sviluppo della ricerca scientifica e l’aumento del monitoraggio dei controlli, abbinati ad analisi statistiche, risultano con sempre maggiore evidenza i rischi contro la salute, rappresentati dalla presenza nella case e negli edifici moderni senza ricambio d’aria  di batteri pericolosi, come la legionella, ad esempio, che provoca gravi forme di polmonite, oppure il radon, sostanza radioattiva naturale molto temibile per l’organismo umano. L’Organizzazione mondiale della sanità segnala che fino al 30 per cento delle persone che vivono negli edifici nuovi o ristrutturati, rischia sintomi correlati a quello che viene chiamato “edificio malato”. Si tratta di problemi respiratori come naso chiuso, rinite, tosse,mal di gola, fastidi agli occhi, affaticamento, stanchezza e febbre. E ciò accade anche in strutture che rispettano pienamente gli standard igienici di temperatura, ventilazione e illuminazione. Sotto accusa, più che chi costruisce e organizza gli spazi , sono gli edifici che utilizzano sofisticati impianti d’aria condizionata. Le case ventilate naturalmente sarebbero più salubri per quanto riguarda la possibilità di infezioni. La tendenza a costruire ambienti su misura capaci di darci il massimo benessere, si risolve in una piccola trappola con scarso ricambio d’aria, finestre sigillate e spazi angusti. Ma ciò che maggiormente attira l’attenzione degli specialisti per evitare i rischi sopradescritti, è la scelta dei materiali. Il legno è il migliore e non a caso rappresenta un elemento essenziale per la moderna bioedilizia, associata all’architettura bioclimatica. Si escludono sempre di più prodotti sintetici, mentre si privilegiano mattoni, pietra naturale, legno massiccio autoctono, intonaci naturali e terracotta.


 


La Commissione


 



  1. condivide l’opinione che per ridurre il rischio per la popolazione le norme dell’edilizia dovrebbero essere ripensate per definire misure di prevenzione dei batteri pericolosi e del radon?

  2. Ha competenze in questo settore specifico per proporre tale necessario ripensamento?

Quali eventuali iniziative intende comunque prendere per sollecitare gli Stati membri a fronteggiare  i rischi denunciati ed a modernizzare la cultura della costruzione di edifici?



E-008923/2011


Risposta di Antonio Tajani


a nome della Commissione


(25.11.2011)


 


 


La Commissione è a conoscenza della crescente attenzione del pubblico per i rischi sanitari e ambientali legati all’ambiente edificato. Un’attenzione particolare è stata riservata al problema della qualità dell’aria negli ambienti chiusi che è stata affrontata dai servizi della Commissione nell’ambito di diverse iniziative, in particolare:


 


– Il gruppo di esperti sulla qualità dell’aria negli ambienti chiusi (Indoor Air Quality Expert Group) e i suoi risultati[1].


 


– Il Centro comune di ricerca ha una lunga esperienza in materia di orientamenti a sostegno della qualità dell’aria negli ambienti chiusi, ad esempio per quanto concerne la ventilazione e la valutazione del rischio. Esso sostiene inoltre la definizione di un quadro armonizzato per sistemi di etichettatura degli ambienti chiusi e i criteri di monitoraggio dell’aria negli ambienti chiusi. In ciò rientra l’armonizzazione delle concentrazioni minime d’interesse (LCI) per quanto concerne i prodotti edili.


 


– L’opera di standardizzazione sulle prove dell’emissione di sostanze pericolose dai prodotti da costruzione (mandato M/366) nel quadro della direttiva sui prodotti da costruzione/del regolamento sui prodotti da costruzione[2]; le prime specifiche tecniche nel merito dovrebbero essere disponibili nel 2012.


 


– L’opera di standardizzazione nel quadro della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia[3] affronta l’aspetto dei tassi di ventilazione negli edifici (mandato M/480).


 


– La sollecitudine in campo sanitario legata alla penetrazione del gas radon nelle abitazioni è stata affrontata in una raccomandazione della Commissione[4] ed è stata incorporata in una recente proposta di direttiva riveduta e consolidata sulle norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione sanitaria contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti[5].


 


L’esperienza acquisita nell’espletamento di queste attività ha tuttavia dimostrato che la questione delle cause potenziali di rischio sanitario nonché delle misure da adottare contro di esse è complessa al punto da non consentire una soluzione che consista in preferenze automatiche per determinati materiali o determinate soluzioni progettuali. In diverse tribune dell’UE e nazionali si sta ancora discutendo come e in che sede affrontare tale questione.


 


Va ribadito inoltre che mentre la Commissione fornisce agli Stati membri il quadro per condividere esperienze e avviare attività, la competenza per quanto concerne la regolamentazione edilizia e i requisiti edilizi appartiene alle autorità degli Stati membri e rientra quindi nella loro responsabilità includere un maggior numero di requisiti nei regolamenti nazionali o regionali.






[1]          http://ec.europa.eu/health/healthy_environments/expert_group/index_en.htm



[2]     http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31989L0106:en:NOT


http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2011:088:0005:0043:EN:PDF



[3]     http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:153:0013:0035:EN:PDF



[4]          91/143/Euratom



[5]          COM(2011)539 definitivo