AL SERVIZIO DEI RISPARMIATORI

Il Patto Sociale si è già occupato, anche con un rilevante articolo del dottor Giuseppe Nenna, Presidente della Banca di Piacenza, dei gravi problemi dovuti alla desertificazione bancaria ma i dati elaborati dalla fondazione Fiba ci presentano un altro inquietante scenario.

Secondo la Fondazione dal 2009 al 2022 nel settore bancario si sono persi più di 66.000 posti di lavoro al netto delle nuove assunzioni che sono state 38.000, non vi è stato perciò nessun ricambio generazionale ma una perdita secca di posti di lavoro con i conseguenti danni per tutti, clienti compresi.

Le ristrutturazioni societarie, le fusioni ed acquisizioni sono servite alle banche ed ai loro soci, non certo ai dipendenti o ai clienti che hanno visto chiudere banche e filiali anche a causa della riforma delle banche popolari e di credito cooperativo.

I primi cinque gruppi bancari controllano più del 50% del mercato ingenerando, ovviamente, una mancanza di reale concorrenza ed una distorsione del settore.

La chiusura di tante filiali nei centri abitati, voluta dalle grandi banche, ci auguriamo possa dare maggior vigore a quelle medie che operano con un forte legame al territorio e che ancora credono, a ragione, nel rapporto diretto tra clienti e funzionari della banca. Per questo speriamo che siano proprio le banche “minori” ad occupare quella fascia di mercato, tremila comuni, che le grandi hanno abbandonato riportando, almeno una parte, del sistema bancario ad essere al servizio dei risparmiatori.