TERZO POLO PER TORNARE ALLA POLITICA 

Da sempre siamo convinti che gli ultimi sistemi elettorali, basati sull’imposizione del bipolarismo e togliendo agli elettori il diritto di scegliere direttamente i propri rappresentanti, abbiano portato alla confusione politica ed all’astensionismo di questi anni.

Anche questa volta andremo alle urne con una legge sbagliata che invita i partiti a raggrupparsi non su progetti comuni ma solo sulla speranza di battere lo schieramento opposto. Questo è un pessimo presupposto per la prossima legislatura che vedrà un parlamento ancora meno influente e meno capace di rappresentare gli elettori prima dei capi partito.

Per cercare di vincere sia lo schieramento di destra che di sinistra hanno creato cartelli elettorali tra partiti che hanno diversità sostanziali di vedute sul presente e sul futuro dell’Italia, anche nel contesto europeo ed internazionale.

I cartelli elettorali sono stati creati solo per cercare di ottenere più seggi dello schieramento avversario, pur sapendo che incolmabili divergenze, dall’ambiente all’economia, dalle riforme strutturali e sociali alle necessarie posizioni da prendere di fronte a guerre che incalzano alle nostre porte, non consentiranno comuni azioni di governo o di opposizione ma porteranno a continui conflitti e veti incrociati.

La nascita di un terzo polo, da tempo annunciato ma in continuo divenire, anche per responsabilità di alcuni, potrebbe essere l’inizio di una nuova stagione e portare ad un parlamento consapevole della necessità di una nuova legge elettorale, nel segno della democrazia e del rispetto degli elettori. Un parlamento che dovrebbe anche cominciare a parlare della democrazia che manca all’interno dei partiti.

I prossimi giorni ci diranno chi avrà il coraggio di uscire dall’ambiguità rischiando numericamente, forse, meno seggi ma ottenendo consensi propri e chiari così che si possa riprendere a fare politica e non soltanto ottenere somme di interessi contrapposti.

Guardiamo con interesse a coloro che non vogliono annullare le proprie idee, che le condividiamo o meno, nel cartello di chi ha come unico obiettivo chiaro e primario quello di sconfiggere gli altri e poi, nonostante promesse varie, non sarà in grado di fare nulla.