SOCIAL NETWORK E VIOLENZA PSICOLOGICA

I
social network sono uno strumento straordinario per rimanere in contatto e
mantenere legami con le persone. Tuttavia la possibilità di anonimato che
garantiscono può diventare molto pericolosa, dal momento che di fronte ad una
tastiera si innescano meccanismi psicologici per cui scrivere certe cose non
sembra un reato e in ogni caso di fronte ad un computer si pensa di non venire
mai scoperti. Mentre alcuni social vietano l’anonimato chiudendo i profili non
riferibili ad una persona fisica, altri lo favoriscono, come il caso di un
Social network diffusissimo tra gli adolescenti (80 milioni di utenti) che
permette di scambiarsi domande, anche in forma anonima, senza dover per forza
conoscere gli altri utenti. Facile comprendere come in molti ne approfittino
per fare del male, insultando ed umiliando gratuitamente altre persone, spesso
adolescenti fragili, che amplificano quello che accade nel mondo virtuale (del
resto un insulto è tale anche se scritto su uno schermo) e soffrono
particolarmente per quanto leggono su di loro. Già 9 adolescenti si sono tolti
la vita per insulti sui social, che spesso diventano veicolo di odio razziale,
omofobo o semplicemente gratuito.

 

La Commissione

 

 

·        
E’ in possesso di dati precisi su suicidi che
potrebbero essere causati dagli insulti e dagli attacchi personali sui social
network?

·        
Posto che internet è uno spazio di libertà,
quali provvedimenti normativi a favore delle vittime ha preso o ha intenzione
di prendere?

·        
Non ritiene di dovere invitare gli Stati
Membri a rendere quanto più rapide ed efficaci possibili le indagini di polizia
sui reati informatici?


IT

E-002088/2014

Risposta di Cecilia Malmström

a nome della Commissione

(24.4.2014)

 

 

La Commissione concorda
sul fatto che la lotta alla criminalità informatica, in particolare ai reati
che causano gravi danni alle vittime, debba costituire una priorità, e ha
presentato proposte normative relative agli attacchi diretti contro i sistemi
di informazione[1]
e agli abusi sessuali sui minori[2], al fine di agevolare
la cooperazione internazionale e accelerare di conseguenza le indagini su
quelli che spesso sono casi transfrontalieri. La Commissione si compiace
inoltre del fatto che gli Stati membri abbiano incluso i crimini informatici
che causano gravi danni alle vittime tra le priorità del ciclo
programmatico dell’UE per il 2014-2017 per la criminalità organizzata e le
forme gravi di criminalità internazionale[3], il cui obiettivo è
quello di ottimizzare la cooperazione tra i servizi competenti degli Stati
membri, le istituzioni dell’UE e le agenzie dell’UE, nonché con i paesi terzi e
le organizzazioni pertinenti[4].

 

La Commissione ha
istituito e sostiene una rete paneuropea di centri “Internet più sicuro”,
che forniscono assistenza tramite call center nei vari paesi e si rivolgono a
ragazzi, genitori e insegnanti sensibilizzandoli sulla gestione dei rischi di
internet. Le linee di assistenza offrono consulenza sui rischi online, compreso
il ciberbullismo, fenomeno che, stando alle statistiche più recenti, è all’origine
del 23% di tutte le chiamate. Al fine di garantire agli utenti una maggiore
sicurezza online, la rete paneuropea ha inoltre creato un partenariato con
Ask.fm che ha portato alla creazione del centro di sicurezza per l’uso dei
social network[5].

 

Il coinvolgimento delle imprese del
settore lungo tutta la catena del valore è essenziale per affrontare le nuove
sfide poste dalle tecnologie e dai modelli di utente emergenti. Attraverso
iniziative di autoregolamentazione come la coalizione CEO[6], la Commissione si adopera
per fare di internet un luogo migliore per i bambini.

 



[1]
    Direttiva 2013/40/UE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 agosto 2013, relativa agli
attacchi contro i sistemi di informazione e che sostituisce la decisione
quadro 2005/222/GAI del Consiglio (GU L 218 del 14.8.2013,
pagg. 8-14).

[2]
    Direttiva 2011/92/UE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, relativa
alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la
pornografia minorile, e che sostituisce la decisione quadro 2004/68/GAI
del Consiglio (GU L 335 del 17.12.2011, pagg. 1-14).

[3]     http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/jha/137401.pdf

[4]     http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/what-we-do/policies/pdf/4_council_conclusions_on_the_policy_cycle_en.pdf

[5]     http://ask.fm/about/safety/about-company

[6]     https://ec.europa.eu/digital-agenda/node/61973