SILENZIO SU LAMPEDUSA

L’ultima operazione della Guardia di Finanza ha avuto luogo il 15 giugno scorso ed ha permesso di salvare la vita a 274 persone, che sono state accolte nel Centro di Lampedusa. Le operazioni hanno coinvolto quattro guardiacoste d’altura, una nave della Marina militare e due navi civili. La struttura del Centro, gravemente danneggiata dall’incendio del 2011 appiccato dall’esasperazione dei migranti, funziona al 50%. I prossimi due gommoni in arrivo saranno in esubero rispetto alla capacità d’accoglienza. Ma Lampedusa è sconvolta non solo dagli arrivi di migranti vivi, ma anche da quelli morti annegati che affiorano dalle acque o che giungono a riva spinti dalle onde. “Eletta a maggio, al 3 di novembre – dichiara il nuovo Sindaco – mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbaimo dovuto chiedere aiuto ad altri comuni per poter dare una sepoltura dignitosa alle ultime 11 salme. Il nostro cimitero non ha più loculi disponibili. Ne faremo di nuovi ma mi chiedo: quanto dovrà essere grande il cimitero della mia isola?” Del gruppo di 115 di sabato scorso ne sono stati salvati 76. E gli altri? Forse affioreranno più tardi, forse sprofonderanno nel fondo del mare. “Il numero dei morti – continua il Sindaco – è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce. Sono indignata dell’assuefazione che sembra aver contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra”. L’unico motivo d’orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano, che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era solo a 30 miglia dai naufraghi, ha invece ignorato le loro richieste d’aiuto. Erano le velocissime motovedette regalate dall’Italia alla Libia e che vengono efficacemente utilizzate per sequestrare pescherecci italiani anche quando pescano in acque extraterritoriali.

La Commissione

1.   Ha una risposta da dare all’indignazione del nuovo Sindaco donna di Lampedusa?

2.   Non crede che il silenzio della Commissione –spesso così prodiga di affermazioni su tanti argomenti molto meno importanti di queste quotidiane tragedia del mare – contribuisca ad allontanare sempre di più i cittadini dall’Europa?

3.   Non ritiene opportuno intervenire presso il governo libico – espressione della primavera araba, come hanno affermato i media occidentali – affinché le sue motovedette rispondano alle richieste d’aiuto?

4.   Superata finalmente la barriera del silenzio, non potrebbe decidersi una buona volta a considerare quelle tragedie come tragedie di tutta l’Europa e non solo di Lampedusa e dell’Italia che con il soccorso e l’accoglienza danno dignità di esseri umani a queste persone migranti?

5.   Non pensa sia arrivato il momento per l’Europa di assumersi la responsabilità dei propri profughi e immigrati?

IT

E-007478/2013

Risposta di Cecilia Malmström

a nome della Commissione

(14.8.2013)

 

 

La Commissione ha espresso
ripetutamente il suo profondo cordoglio per le tragiche perdite di vite umane
in prossimità delle coste europee. È estremamente doloroso che ogni anno così
tante persone muoiano in questo terribile modo. Le navi degli Stati membri che
pattugliano il mare hanno l’obbligo di assistere le persone e le navi in
difficoltà conducendole in un luogo in un luogo sicuro.

 

La Commissione presta
sostegno agli Stati membri direttamente colpiti e promuove strumenti adeguati
per porre rimedio alla situazione. In maggio il Consiglio e il Parlamento
europeo hanno raggiunto un accordo politico sulla proposta della Commissione di
istituire un sistema europeo di sorveglianza delle frontiere. Dal 2 dicembre
2013 gli Stati membri potranno quindi avere un’idea più chiara di ciò che
accade in mare e intervenire più efficacemente, soprattutto quando è necessario
proteggere e garantire la sicurezza delle vite dei migranti. Il 12 aprile 2013,
la Commissione
ha presentato una proposta di regolamento
[1] contenente le
norme che disciplinano le operazioni marittime coordinate da FRONTEX, tra cui
l’intercettazione, la ricerca, il soccorso e lo sbarco. Inoltre, gli Stati
membri ricevono un sostegno finanziario dai fondi comunitari e assistenza
tramite FRONTEX e l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo.

 

La Commissione ritiene
importante garantire che i diritti fondamentali dei migranti siano rispettati,
che i richiedenti protezione internazionale abbiano accesso alla procedura per
l’esame delle domande di asilo e che le procedure di rimpatrio siano effettuate
umanamente, in conformità della direttiva 2008/115/CE. A questo proposito, l’UE
ha creato un sistema europeo comune di asilo e un’efficace politica di
rimpatrio. La Commissione
si avvale di tutti gli strumenti a sua disposizione per garantire che gli Stati
membri rispettino pienamente i loro obblighi.

 

 

 



[1]     COM(2013) 197 final.