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Nei campi è già spuntato il grano, nel giorno dei morti rappresenta una forte speranza di vita per chi ha tempo e voglia di qualche riflessione, intanto il covid non si arrende e ricominciano ansie ed irrequietezze che potrebbero anche tramutarsi in sentimenti forti contro chi continua a sfilare in nome di una presunta libertà e mentre infetta quelli intorno a lui.

Cop26 sembra metterà uno stop alla deforestazione nel 2030, perciò per i prossimi 18 anni si potrà continuare a distruggere foreste, boschi, habitat naturali, gli unici che aiutano, veramente, ad abbattere l’inquinamento, a ripulire l’aria, a preservare l’ossigeno? Se si continua come si è fatto in questi anni non sarà necessario inventarsi proroghe per dilazionare ancora i tempi, come avviene sempre, o non servirà neppure rispettare veramente il termine perché se non si mette subito un altro al taglio delle foreste e dei boschi, se non si comincia subito a ripiantumare, nel 2030 non rimarranno più foreste e boschi da abbattere, sarà già tutto distrutto dalla Romania all’Amazzonia, e in Africa la desertificazione sarà praticamente completata. Intanto la Cina ha aumentato l’estrazione di carbone, le terre rare continuano a costare sempre di più e a scarseggiare con il conseguente aumento di tutti i componenti dei quali non possiamo più fare a meno, dal telefono all’iPad, dal computer alla lavatrice ed alle gentili voci robotiche che chiamiamo, in macchina o in casa e in ufficio, per sbrigare quelle semplici cose che, fino a ieri, facevamo benissimo da soli: chiamare un numero di telefono, mettere su la musica, chiedere che tempo fa etc. Giustamente i giovani, ed i grandi, compresi i Grandi della terra, chiedono fatti e non parole, finalmente, a forza di drammatici appelli degli scienziati, si è capito che il tempo stringe e che l’ecosistema va salvato, ne va della vita di tutti. Ma dal dire al fare… Infatti tutti sembriamo ignorare che proprio dall’utilizzo dei vari sistemi informatici e correlati, l’uso dei quali è in continuo ed esponenziale aumento, deriva un preoccupante consumo di energia ed un drammatico aumento dell’inquinamento. Né si parla di quanto danno producano all’aria comune, in tutto il globo, gli esperimenti per nuovi ordigni bellici, l’invio di sempre nuove navicelle spaziali e quanto altro immettiamo nello spazio mentre rimangono aperti i problemi legati alle trivellazioni in mare ed allo smaltimento di materiali altamente tossici come le batterie elettriche ed i pannelli solari.

Ci lascia un po’ perplessi l’accordo annunciato dal ministro Cingolani tra alcuni governi ed importanti fondazioni private. Se è vero che senza l’impegno anche dei privati non si potranno raggiungere gli obiettivi per il risanamento dell’ambiente e lo sviluppo di un nuovo sistema economico non possiamo però ignorare che la presenza dell’Ikea, che è noto abbia acquistato e poi abbattuto grandi boschi ovunque ha potuto, ci fa dubitare del buon fine dell’operazione.