PENSIERI

Questo Natale sarà il primo senza la grande paura del covid, ma il covid non è sparito, molte persone devono ancora andare all’ospedale e qualcuno non sopravvive, l’influenza si sta espandendo, i pronto soccorsi sono pieni e mancano medicine, un consiglio per tutti: nei luoghi affollati, nei grandi magazzini, sui mezzi pubblici e nei negozi mettiamoci la mascherina, disinfettiamoci le mani, un po’ di saggia precauzione aiuta!

Questo sarà il primo Natale di guerra per gli ucraini senza luce, acqua, riscaldamento e che da febbraio sono sotto le bombe. Moltissimi sono rimasti senza casa, vestiti, ricordi di una vita, troppi sono stati i morti ed i feriti, molti bambini e vecchi soffrono più di tutti, facciamo, ciascuno, quello che possiamo per alleviare le loro sofferenze, se abbiamo già dato diamo ancora un po’ perché la loro resistenza è anche il nostro futuro di libertà.

Sarà il primo Natale nel quale, per quanto possano officiare ed assistere a funzioni religiose, Kirill e Putin saranno guardati dal mondo civile, di qualunque religione, come i mandanti ed i finanziatori di assassini, siano questi uomini della Wagner o di altre formazioni. Il primo Natale nel quale gran parte del popolo russo dovrà piangere i suoi figli mandati a morire inutilmente in una guerra ingiusta e crudele iniziata e continuata, contro ogni ragionevolezza ed in spregio ad ogni legge internazionale, solo per appagare la sconfinata sete di potere del nuovo zar e del suo accolito Kirill che ha utilizzato ed utilizza la religione per arricchirsi.

Non si festeggia il Natale in molti paesi nei quali la violenza, il sopruso, la mancanza di libertà, dei più elementari diritti umani, sono la norma. Pensiamo al coraggio dei tanti che manifestano in Iran, che sono uccisi per strada o sul patibolo solo perché cercano libertà e giustizia. Pensiamo alle donne afgane, alla bieca arretratezza dei talebani, ad un popolo ridotto allo stremo, pensiamo alle stragi perpetrate degli Shabaab non solo in Somalia, ai folli lanci di pericolosi missili fatti con sempre più frequenza del dittatore coreano, alle migliaia e migliaia di lavoratori morti in paesi come il Qatar, ai troppi migranti vittime dei trafficanti di esseri umani e a tutti quelli morti in mare mentre tentavano la strade dell’Europa e di una vita senza fame e guerre.

Non può essere Natale senza pensare a tutti coloro, partendo dall’Italia, che attendono giustizia, al tragico numero di giovani morti per droga, a come dovremmo rivedere il nostro modo di vivere affinché il progresso si coniughi con il rispetto per chi ha bisogno di più tempo e cechiamo di far sì che il riconoscimento dei diritti vada di pari passo con il riconoscimento dei doveri di ciascuno e delle istituzioni.

È Il primo Natale per il governo presieduto da Giorgia Meloni che, con determinazione e fatica, ha rotto steccati e pregiudizi. C’è molta strada da percorrere per il bene dell’Italia, dell’Europa, della democrazia e della libertà, passo dopo passo impegniamoci tutti, di qualunque parte politica, a percorrerla sapendo che il confronto corretto, anche acceso, fa crescere il Paese mentre insulti, preconcetti e menzogne scatenano spirali violente che non vogliamo veder tornare.

Per troppi sarà ancora un Natale povero e freddo, di solitudine e paure, ascoltando Papa Francesco non dimentichiamoci di loro nei pensieri e nelle azioni, come singoli cittadini e come istituzioni.

Buon Natale