PARLARE PER DARE ARIA AI DENTI

In diverse occasioni il Patto Sociale ha affrontato il tema dei migranti con proposte organiche, sia nazionali che europee, per questo restiamo una volta di più allibiti, mentre si contano le vittime della tragedia che ha insanguinato il mare e le coste calabresi, di come il dibattito politico si sia tramutato nell’eterna ed inutile J’accuse della sinistra contro il governo.

Il governo è in carica, con pregi e difetti, da neppure sei mesi, quanti mesi ed anni sono stati al governo 5Stelle e specialmente il Pd?

La buonafede si vede quando la critica è seguita da una proposta fattibile perché per dare aria ai denti, con soluzioni impercorribili, sono buoni tutti al bar mentre chi ha ruoli politici dovrebbe sapere di cosa sta parlando.

Abbiamo tutti il coraggio di dire con fermezza che le persone scappano 1) da paesi nei quali governi autoritari e violenti impediscono ogni libertà e diritto ai loro cittadini, 2) da paesi nei quali vige il terrore di stato o il terrorismo, 3) da paesi ridotti all’estrema miseria per carestie e siccità.

Allora cosa vogliamo fare?

Vogliamo cominciare a ridurre i nostri rapporti economici con i paesi del primo gruppo avviando contemporaneamente attività diplomatiche per promettere aiuti e collaborazioni in cambio di maggiore libertà e diritti per le popolazioni?

Vogliamo finalmente mettere in sinergia le nostre agenzie europee per una vera lotta al terrorismo laddove si annida e prospera? Vogliamo smettere di fare affari, sempre poco chiari, con certi governi, anche se hanno risorse prime che ci interessano?

Vogliamo rivedere tutto il sistema della cooperazione e con nuovi modi di intervento fare arrivare l’acqua ai milioni di donne e uomini che muoiono di fame perché senza acqua non si può coltivare o allevare bestiame. Vogliamo denunciare lo sfruttamento che certe grandi potenze, come la Cina, hanno fatto e fanno in Africa!

Certamente dobbiamo potenziare i controlli per mare e per terra, trovare e punire severamente gli scafisti, spesso protetti da persone politicamente influenti nel loro paese d’origine, dobbiamo rendere efficienti ed agili i corridoi umanitari rivedendo il funzionamento anche delle ambasciate e dei consolati degli Stati dell’Unione Europea e dobbiamo su questi problemi coinvolgere anche stati fuori dall’Unione.

Ma questo non basterà se non cambieremo il nostro modo di guardare ai tanti, tragici problemi legati all’immigrazione, non ultimo la necessità che i campi profughi, sulle coste non solo del nord Africa, siano gestiti da personale europeo sotto la guida dell’Europa. Campi profughi nei quali si possa tornare a vivere perciò con scuole, strutture sanitarie e dote di avviamento al lavoro.

Parlare di altro, parlare di fermare gli scafisti o di dare più spazio alle Ong, senza questi provvedimenti, è parlare per dare aria ai denti.