NUOVA ECONOMIA SOCIALE DI MERCATO

Il commissario per gli
Affari economici e monetari parlando il 1° ottobre scorso all’European Press
Club americano di Parigi ha dichiarato che è prematuro affermare che la crisi è
finita, riconoscendo che in alcuni Paesi “la disoccupazione rimane a livelli
drammatici”. Non ha affermato però che una delle cause dell’aumento
spropositato della disoccupazione è stata l’applicazione delle misure
d’austerità imposte dall’UE. E’ opinione comune che questa rigida politica di
bilancio abbia contribuito alla disoccupazione e non alla crescita. Il caso del
mio Paese è paradigmatico. Nell’autunno del 2011 il livello di disoccupazione
raggiungeva l’8,5%. Con il cambio di governo e l’introduzione delle misure
imposte da Bruxelles tale livello ha raggiunto ora più del 12%  con indici mai raggiunti prima per la
disoccupazione giovanile. Il commissario ha dichiarato inoltre che le due più
grandi economie della zona euro, Germania e Francia, insieme, sono in grado di
contribuire alla fine della crisi e che occorre una nuova economia sociale di
mercato che implichi la cultura della stabilità, lo spirito imprenditoriale e
la giustizia sociale.

 

La Commissione

 

1.       
ritiene che la situazione attuale sia il
frutto di una economia sociale di mercato insufficiente e inadeguata rispetto alla
realtà che stiamo vivendo?

2.       
Considera quindi che sia necessaria una nuova
economia che punti alla crescita e allo sviluppo, o è sufficiente puntare sulle
proposte suggerite alla Francia e alla Germania che, insieme, come afferma il
commissario, sarebbero in grado di contribuire alla fine della crisi?

3.       
Quali iniziative intende proporre per rendere
nuova l’economia sociale in vigore e combattere di conseguenza la
disoccupazione?

4.       
Quali elementi introdurre nella nuova
auspicata economia per raggiungere la giustizia sociale?


IT

E-011443/2013

Risposta di
Olli Rehn

a nome della
Commissione

(10.12.2013)

L’attuale
situazione economica e sociale è una conseguenza dell’impatto della crisi
economica e finanziaria, aggravato dalla necessità di correggere gli squilibri
macroeconomici accumulati nel corso degli anni. Questa situazione mette a dura
prova il modello economico e sociale europeo, che può tuttavia emergere dalla
crisi rinvigorito.

 

Le politiche
per il rafforzamento del modello economico e sociale europeo, raccomandate
dalla Commissione nelle diverse analisi annuali della crescita[1],
comprendono una strategia di risanamento di bilancio differenziata e orientata
alla crescita, la promozione della crescita e della competitività, il
miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia della protezione sociale nonché
misure per far fronte alla disoccupazione e alle conseguenze sociali della
crisi. Poiché questo approccio è stato approvato dal Consiglio dell’UE, non è
corretto presentarlo come “misure imposte da Bruxelles”.

 

La Commissione ha proposto una serie di iniziative per migliorare la
situazione sociale e affrontare in modo efficace il problema della
disoccupazione. Tra queste: il pacchetto sull’occupazione[2], il
pacchetto sull’occupazione giovanile[3], il
pacchetto sugli investimenti sociali[4], la
comunicazione sulla dimensione sociale dell’Unione economica e monetaria[5]
nonché l’invito a destinare al Fondo sociale europeo una quota minima del 25%
del bilancio assegnato alla politica di coesione.

 

Il programma
di lavoro della Commissione per il 2014[6]
continuerà ad incentrarsi sulla promozione della crescita sostenibile e sul
miglioramento dell’occupazione. La Commissione intende portare avanti questo sforzo
nell’ambito del semestre europeo, in particolare tramite le raccomandazioni
specifiche per paese[7]. Ad
esempio, l’Italia è stata esortata a spostare il carico fiscale dal lavoro alla
tassazione sull’ambiente[8]. La Commissione proporrà
nuove iniziative volte a promuovere la mobilità del lavoro e la creazione di
posti di lavoro nell’economia verde, insieme a sforzi più ampi per rafforzare l’unione
economica e monetaria.



[1]     Analisi
annuali della crescita.

[2]     Comunicazione
della Commissione COM(2012) 173 final del 18 aprile 2012.

[3]     Comunicazione
della Commissione COM(2012) 727 final del 5 dicembre 2012.

[4]     Comunicazione
della Commissione COM(2013) 083 final del 20 febbraio 2013.

[5]     COM(2013) 690 final.

[6]     http://ec.europa.eu/atwork/key-documents/index_it.htm.

[7]     Raccomandazioni
specifiche per paese.

[8]     Raccomandazioni
specifiche per paese del 2013. Inoltre, nella relazione 2013 sulle riforme
fiscali negli Stati membri dell’UE, l’Italia viene citata, a pagina 47, tra gli
Stati membri in cui questo spostamento del carico fiscale offre grandi
possibilità. L’Italia presenta infatti una tassazione del lavoro relativamente
elevata e dispone di un certo margine per aumentare altre imposte, tra cui
quelle ambientali.