Gli accordi di libero scambio e i relativi più bassi dazi
tra la Ue e Paesi
terzi minacciano i produttori europei di rame. Lo segnalano in una lettera al
vicepresidente della Commissione europea, con delega all’Industria, Antonio
Tajani gli eurodeputati Cristiana Muscardini, Amalia Sartori, Patrizia Toia e
Niccolò Rinaldi sollecitando la stessa Commissione a rivedere la politica dei
dazi per il rame prodotto fuori dalla Ue.
Ricordando che la produzione di rame nella Ue è ormai
circoscritta a Italia, Germania e Grecia, i firmatari della lettera
sottolineano che l’industria europea del settore è “assediata da prodotti
fabbricati in Paesi extra Ue, introdotti a prezzi inferiori rispetto al valore
di mercato, e aventi standard inferiori rispetto a quanto stabilito dalla Ue”.
E lamentano che “la crescita di esportazioni verso l’Europa di prodotti
fabbricati in Paesi che godono di regimi preferenziali o accordi di libero scambio
in materia di dazi danneggia enormemente i produttori europei”. Per questo
sollecitano l’adozione di dazi doganali sulla falsariga degli Usa. “Golden
Dragon Precise Tube (GD), primo produttore al mondo di tubi di rame con 250.000
tonnellate prodotte annualmente, nel 2008 annuncia l’installazione di un nuovo
impianto in Messico entro l’anno 2009, con capacità produttiva di 60.000
tonnellate di prodotto EN 12735/2, destinato al mercato nord americano ed
europeo. Per tutta risposta, nel 2009 gli Usa applicano un dazio del 61% per i
tubi di rame provenienti dalla Cina e del 54% dal Messico. Dopo l’introduzione
del suddetto dazio, GD MEXICO si focalizza sul mercato europeo, con cui vi è
dazio zero per accordo di libero scambio: a titolo esemplificativo, in un anno
(2012) le importazioni di prodotto EN 12735/2 dal Messico all’Italia passano da
0 a 2.000
tonnellate, e le previsioni di spedizioni indicano 4.000 tonnellate entro la
fine del 2013”.
Nella lettera si evidenzia ancora il caso di “Haliang
Copper Tube Manifacturer (HLG), colosso cinese nella produzione di tubi di
rame, la cui quota di importazione di tubi in rame dalla Cina in Europa è
andata dal 2008 progressivamente calando. HLG dal 2009 ha iniziato a
esportare in Ue da uno stabilimento collocato in Vietnam, con dazio 1,3%, tre
volte inferiore rispetto a quello previsto per le imprese in Cina. Gli effetti
distorsivi sulle quantità esportate e sui prezzi finali sono enormi”.