INIQUA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO NELLA FILIERA ORTOFRUTTICOLA

L’Italia
è il principale produttore di frutta nell’UE, con una quota del 30%. Nel 2011
l’intero settore, comprendente anche il comparto agrumi, ha fatturato 11,5  miliardi di euro (dato CSO), con una
produzione complessiva, comprendente anche i prodotti ortofrutticoli da
industria, pari a 25 milioni di tonnellate. A seguito della crisi mondiale
anche in Italia il settore frutta attraversa un periodo difficile. I prezzi al
produttore sono diminuiti del 40% nel 2009, mentre quelli al consumatore sono
rimasti praticamente stabili. La causa principale della debolezza dei prezzi
alla produzione da un lato è rappresentata dalla frammentazione
dell’agricoltura, e dall’altro dallo scarso potere contrattuale all’interno
della filiera commerciale. Nella composizione del prezzo al dettaglio il costo
d’origine s’aggira attorno al 25 per cento. Il prezzo alla produzione non è
determinato dalla domanda dei consumatori. Si possono avere fino ad otto
passaggi dal produttore al consumatore La grande distribuzione esercita un
potere dominante sul mercato e condiziona i prezzi alla produzione, tanto da
non permettere ai contadini coltivatori diretti di pagare i costi. Un esempio
concreto: nel 2011 pesche Piemonte costo 0,42 cent.- incasso del
produttore  0.16 cent.). La conseguenza è
il fallimento delle imprese e la diminuzione della produzione di frutta  con la conseguente perdita di occupazione nel
settore,  tendenza che contrasta con il
necessario aumento dei consumi auspicato dalle autorità sanitarie per ragioni
dietologiche.  Di fronte a questa
situazione,

 

la Commissione

 

1.è
in grado di confermare la diminuzione dei prezzi al produttore?

2. In
caso affermativo, può dire se nell’Unione si verifica lo stesso trend?

3.
Nell’analisi dei vari aspetti della PAC risulta questa diminuzione? In che
misura,

    eventualmente?

4. Ha
proposte e suggerimenti da dare per limitare l’egemonia della grande
distribuzione e per

    consentire una libera contrattazione tra
produttori e filiere commerciali?

IT
E-004193/2013
Risposta di Dacian Cioloş

a nome della Commissione

(7.6.2013) 

Nel settore ortofrutticolo l’andamento dei prezzi varia a seconda dei prodotti
e della varietà.

Le fluttuazioni del reddito dovute alla volatilità dei
prezzi, la variabilità del calendario agricolo e del volume di produzione, l’aumento
dei costi dei fattori di produzione e la posizione dominante occupata da grandi
distributori, sono oggi tra le principali sfide che i produttori ortofrutticoli
si trovano a dover affrontare.

Nell’intento di risolvere tali problemi, l’organizzazione
comune dei mercati (OCM) dell’UE nel settore degli ortofrutticoli ha
riconosciuto particolare importanza alle organizzazioni di produttori (OP), il
cui obiettivo è di concentrare l’offerta e di pianificare e lanciare sul
mercato la produzione dei propri membri, sostenendoli nell’ottenimento di
prezzi più elevati.

La Commissione intende migliorare il potere contrattuale degli agricoltori
nella filiera alimentare inserendo nelle sue proposte per la riforma della PAC
la necessità di facilitare il riconoscimento delle organizzazioni di
produttori.    
Inoltre, la Commissione
ha proposto di stanziare ulteriori finanziamenti all’innovazione e di mantenere
il sostegno all’investimento e al cambiamento strutturale previsto dalla
politica di sviluppo rurale.

Nell’ambito del forum di alto livello per un migliore
funzionamento della filiera alimentare sono in corso iniziative per migliorare
la trasparenza dei prezzi ed eliminare le pratiche sleali nella filiera alimentare.
Per attuare questi principi il forum ha sviluppato un codice di condotta e un
quadro di autoregolamentazione che verranno adottati quest’anno su base
volontaria da rappresentanti della filiera alimentare. Nel giugno 2013 la Commissione valuterà i
risultati di questo regime volontario e gli esiti di tale procedura
rappresenteranno un contributo importante per la valutazione di impatto sulle
pratiche sleali nelle relazioni contrattuali. Prima della fine dell’anno e
sulla base dell’esperienza ottenuta e del lavoro svolto fino ad oggi, la Commissione enuncerà
la strategia da seguire per affrontare il problema delle pratiche sleali nelle
relazioni tra imprese.