IL MISTERO DI ALCUNI SI’

Molte
sono state le dichiarazioni e le spiegazioni per il Sì e per il No al
Referendum, quello che resta, apparentemente, un mistero è come leader di
partiti, quali Fratelli d’Italia e Lega oltre al Pd, nonostante il
parere contrario di molti loro simpatizzanti, elettori ed anche dirigenti,
si ostinino a fare propaganda per il Sì. La vittoria del Sì imporrà il cambio
della Costituzione che, in un paese democratico, dovrebbe essere fatta o da una
costituente ad hoc o da un parlamento appena eletto con un governo guidato da
un Presidente del Consiglio votato dai cittadini. La Costituzione rappresenta
il presente ed il futuro di tutti noi e non può essere modificata per piccoli o
grandi interessi di parte perché la democrazia è un bene comune che va difeso
oggi più che mai.

La
vittoria del Sì comporta la perdita, per molti territori, dei propri
rappresentanti e perciò sarà particolarmente complesso varare quella nuova
legge elettorale che deve garantire a tutti una adeguata rappresentanza e sarà
difficile trovare un accordo tra partiti così divisi sul sistema di voto e
tutti convinti a non voler ridare ai cittadini il diritto di scegliersi il
proprio rappresentante.
Se
 infatti la preferenza richiede regole certe e
particolari attenzioni, per evitare che alcuni acquisiscano in modo scorretto i
voti, è altrettanto vero che la nomina dei parlamentari, che di fatto avviene
da anni da parte dei capi partito, ha ridotto il Parlamento ad un organismo non
più in grado di svolgere la sua funzione legislativa, come dimostra il silenzio
di questa legislatura.

Anche
Cottarelli ha convintamente ricordato che la vittoria del Sì non darà nessun
risparmio economico, ci sarà invece la perdita secca di un altro po’ di libertà
mentre a passi rapidi si va verso un’oligarchia che non rappresenta certo
l’élite culturale, morale e politica dell’Italia. Siamo in un momento, non
breve, di particolare difficoltà per la salute e per l’economia e andrà
ripensata la nostra società nel suo complesso ma una cosa è certa la
democrazia, la vita di una nazione, nel contesto europeo ed internazionale, non
si difende con populismi di varia natura, come troppi stanno facendo.

Votare
No al Referendum è l’inizio di un nuovo cammino che potranno intraprendere
insieme tutti coloro che, venendo anche da esperienze culturali e politiche
diverse, credono che l’Italia debba essere una repubblica democratica,
parlamentare, basata su un sistema economico che sappia coniugare la libertà
d’impresa con le necessarie riforme sociali che ancora mancano.