Il debito greco e la Goldman Sachs

La crisi greca ha svelato che gli Stati europei hanno fatto uso dei servizi di grande banche internazionali per confezionare dei prodotti derivati ad hoc, al fine di coprire i buchi di bilancio, o di creare Pil virtuale aggiuntivo per aggiustare i propri libri contabili e superare gli sbarramenti e le regole di partecipazione (…) all’Unione europea. “Italia Oggi” del 20 febbraio 2010 pubblica: “La Goldman Sachs, per esempio, aveva ristrutturato parte del debito pubblico greco per la sanità in un derivato da ripagare salatamene, ma in un periodo più lungo. Aveva cioè comprato il debito greco. E lo stato greco, in cambio, aveva acquistato uno strumento finanziario confezionato, non come credito, ma come operazione monetaria. Il derivato veniva anche posta fuori bilancio. Per pagare, la Grecia ha concesso diritti di riscossione delle tasse aeroportuali o incassi delle lotterie per molti anni a venire.” Pare che i rischi e la pesante situazione in cui è coinvolta la Grecia non si limitino a tale Stato. 

La Commissione 

  1. Può confermare se l’affermazione di “Italia Oggi” è corretta?
  2. Può indicarci quali sarebbero gli Stati che, oltre alla Grecia, corrono rischi e si trovano in pesanti situazioni finanziarie?
  3. A che punto sono i lavori per la riforma – tanto proclamata, ma ancor più avversata dalla finanza speculativa –  del sistema finanziario internazionale?
  4. Non riterrebbe opportuno, in attesa della riforma, congelare il sistema di questi derivati che è drogato ed ha provocato danni immensi?
  5. Non ritiene che il ricorso a nuovi strumenti finanziari, tipo Union Bond, possano accelerare la ripresa produttiva?

Risposta data da Olli Rehn a nome della Commissione

1. Nel 2000 e nel 2001 il governo greco ha effettuato una serie di operazioni di cartolarizzazione tramite quattro società veicolo di cartolarizzazione allo scopo di raccogliere fondi a fronte di entrate attese future ad esempio dalla lotteria, dalle tasse aeroportuali e dalle sovvenzioni UE. Queste società veicolo sono state inizialmente classificate dalle autorità di statistica greche al di fuori delle amministrazioni pubbliche, per cui i fondi raccolti hanno fatto aumentare le entrate pubbliche senza incidere sul debito pubblico.

Nel 2002, nel corso delle normali consultazioni a seguito della comunicazione sul disavanzo e sul debito nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi, le predette operazioni sono state discusse da Eurostat e dalle autorità statistiche greche.

Eurostat ha rilevato che a causa dell’esistenza di alcune garanzie del governo a favore delle società veicolo, i proventi delle cartolarizzazioni ricevuti dal governo devono essere registrati non come entrate del governo bensì come prestiti del governo.

Pertanto, dopo l’intervento di Eurostat, le obbligazioni emesse dalle quattro società veicolo partecipanti alle operazioni di cartolarizzazione sono entrate a far parte del debito pubblico. Di conseguenza, il pagamento degli interessi per queste obbligazioni deve essere incluso nel calcolo dei prestiti netti assunti o concessi dalle amministrazioni pubbliche.

2. La crisi finanziaria ha colpito molti paesi nel mondo e le relative conseguenze si fanno ancora sentire anche in Europa. Nel corso della crisi alcuni governi hanno dovuto adottare misure d’urgenza per stabilizzare la banche. Inoltre, alcuni di essi hanno deciso di applicare stimoli fiscali per stimolare anche la rispettiva economia. A seguito di dette misure, nonché a causa dell’attivazione degli stabilizzatori automatici, sono aumentati i disavanzi ed è peggiorata la posizione di bilancio.

Anche se alcuni devono affrontare problemi più gravi di altri, si prevede che gli Stati membri inizino nel prossimo anno a ritirare gli stimoli di bilancio e ad attuare strategie di risanamento, il che dovrebbe portare ad un miglioramento generale dei saldi di bilancio.

3. Progressi importanti sono stati fatti di recente nella riforma del sistema finanziario internazionale. La Commissione ha presentato la proposta di un’ulteriore revisione delle norme UE sui requisiti patrimoniali delle banche (direttiva sui requisiti patrimoniali). La proposta, che modifica le direttive sui requisiti patrimoniali in vigore costituisce parte della risposta dell’UE alla crisi finanziaria e riflette le consultazioni con gli Stati membri, le autorità di vigilanza delle banche e le imprese interessate. Altre misure già in corso di preparazione o previste prevedono, ad esempio, la revisione della direttiva sugli abusi di mercato, nonché l’azione politica annunciata nel settore degli strumenti derivati OTC. Assieme ad altre misure già adottate o in programma queste daranno un importante contributo al rafforzamento della solidità e dell’integrità dei mercati finanziari europei, accresceranno la capacità di evitare o di reprimere future crisi e tuteleranno gli interessi dei contribuenti e degli investitori europei.

Inoltre, la Commissione ha presentato per l’adozione da parte del legislatore la proposta di un nuovo sistema di vigilanza che dovrebbe consentire di valutare e di prevenire in maniera più adeguata e rapida potenziali rischi per la stabilità finanziaria dell’UE. Il nuovo quadro sarebbe formato da un comitato europeo per il rischio sistemico e da un sistema europeo delle autorità di vigilanza finanziaria. Il sistema europeo delle autorità di vigilanza finanziaria sarà composto da tre autorità indipendenti che coopereranno nella rete delle autorità di vigilanza. Il comitato europeo per il rischio sistemico coopererà strettamente con il sistema europeo delle autorità di vigilanza finanziaria, nonché con il comitato per la stabilità finanziaria e il Fondo monetario internazionale, di cui si sta rafforzando il ruolo di tutela della stabilità finanziaria internazionale e di sorveglianza economica. 

In tutti i settori finanziari di recente regolamentazione vi è uno stretto coordinamento a livello mondiale. Sono stati realizzati progressi positivi, ma molto rimane ancora da fare.

4. Gli strumenti derivati hanno una funzione importante nell’intermediazione finanziaria ma sono associati a determinati rischi specifici(1). La crisi ha evidenziato alcuni di questi rischi in particolare per quanto riguarda gli strumenti OTC, in special modo i credit default swaps. La Commissione ha esaminato il funzionamento dei mercati dei derivati, compresi i credit default swaps.

5. La crisi mondiale ha colpito anche l’economia nel suo complesso. La risposta alla crisi degli strumenti a livello dell’Unione è stata rapida e sostanziale. L’accelerazione della spesa tramite il bilancio UE di 6,25 miliardi di euro ha fornito sostegno agli Stati membri e alle regioni, che risentono delle conseguenze di finanze pubbliche gravemente limitate, per accelerare l’attuazione dei programmi dei fondi strutturali. I fondi hanno contribuito a stimolare lo sviluppo delle infrastrutture e hanno dato un importante contributo alla riqualificazione dei lavoratori e al sostegno alla coesione sociale (tramite il Fondo sociale europeo). Circa 25 000 lavoratori che hanno perso il lavoro nel 2009 hanno beneficiato del sostegno del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione. Inoltre, un consistente aumento dei prestiti nell’anno in corso da parte della Banca europea per gli investimenti (BEI) dell’ordine di 25 miliardi di euro e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) dell’ordine di 8 miliardi di euro ha sostenuto l’accesso ai finanziamenti in particolare delle PMI. La Commissione ha anche lanciato tre partenariati pubblico-privato per sostenere edifici efficienti sotto il profilo energetico, le automobili verdi e le fabbriche del futuro.

Pertanto, sono stati utilizzati molti strumenti finanziari esistenti e nuovi per affrontare i problemi relativi alla crescita economica. L’idea di obbligazioni dell’Unione comporta una serie di questioni tecniche e giuridiche e al momento non vi è una proposta della Commissione.

(1) Cfr. la risposta data dalla Commissione all’interrogazione scritta E-1750/09 dell’on. Cristiana Muscardini (UEN), http://www.europarl.europa.eu/QP-WEB/home.jsp?language=fr.