ESTRAZIONE DI PETROLIO A RIDOSSO DELLA COSTA PUGLIESE NELLA ZONA TRA I COMUNI DI MONOPOLI E OSTUNI

Sergio Paolo Frances Silvestris (PPE), Roberta Angelilli (PPE), Sonia Alfano (ALDE), Antonello Antinoro (PPE), Pino Arlacchi (S&D), Antonio Cancian (PPE), Lorenzo Fontana (EFD), Barbara Matera (PPE), Erminia Mazzoni (PPE), Mario Pirillo (S&D), Vittorio Prodi (S&D), Crescenzio Rivellini (PPE), Potito Salatto (PPE), Giancarlo Scottà (EFD), Gianni Vattimo (ALDE), Giovanni La Via (PPE), Niccolò Rinaldi (ALDE), Paolo De Castro (S&D), Alfredo Pallone (PPE), Alfredo Antoniozzi (PPE), Gabriele Albertini (PPE), Debora Serracchiani (S&D), Salvatore Tatarella (PPE), Mario Mauro (PPE), David-Maria Sassoli (S&D), Gianni Pittella (S&D), Iva Zanicchi (PPE), Clemente Mastella (PPE), Aldo Patriciello (PPE), Giommaria Uggias (ALDE), Andrea Zanoni (ALDE), Lara Comi (PPE), Raffaele Baldassarre (PPE), Licia Ronzulli (PPE), Cristiana Muscardini (PPE), Mario Borghezio (EFD), Claudio Morganti (EFD), Marco Scurria (PPE), Giuseppe Gargani (PPE), Carlo Fidanza (PPE) e Salvatore Iacolino (PPE)


La società Northern Petroleum ha avviato il 20 novembre 2011 i lavori di prospezioni geosismiche per individuare eventuali giacimenti petroliferi a poche miglia dalle coste pugliesi nella zona tra i comuni di Monopoli e Ostuni in Italia. La metodologia air-gun con cui vengono compiute dette indagini consiste in violente esplosioni di aria compressa che danneggiano il pescato e l’intero equilibrio marino.


Nel territorio interessato si è sviluppata una fiorente economia turistica, con migliaia di alberghi, masserie, villaggi vacanze e bed & breakfast. Tale fondamentale settore produttivo rischia di essere definitivamente compromesso da insediamenti estrattivi, che trasformerebbero il mare da risorsa turistica ad area industriale. Inoltre nella stessa zona è insediata una delle principali flottiglie pescherecce italiane, e anche quest’attività, che già vive un momento di grande crisi, rischia una grave compromissione.


Gli enti locali – comuni, province e regioni – hanno espresso con più atti formali, amministrativi e legislativi, la loro determinata contrarietà all’insediamento di attività estrattiva nel Mare Adriatico. Tale volontà è confermata da un grande movimento di opinione, culminato il 21 gennaio scorso in una manifestazione popolare a Monopoli, con migliaia di cittadini, centinaia di associazioni – tra cui WWF e Legambiente – e tutte le istituzioni del territorio.


Alla luce di questa manifesta contrarietà delle istituzioni territoriali e della popolazione all’avvio della attività estrattiva, può la Commissione far sapere:


1.    considerata la vocazione turistica e l’attività di pesca del territorio interessato, in che modo intende agire alla luce della intervenuta relazione del PE 2011/2072;


2.    se intende verificare se l’attività di ricerca e la eventuale successiva attività estrattiva avviata a poche miglia dallo coste pugliesi sia conforme a quanto previsto dalla vigente normativa europea ossia la direttiva 92/43/CEE che istituisce la rete Natura 2000 che mira a conservare gli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (la direttiva Habitat) e la direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino, quale strumento primario per la protezione della biodiversità marina dell’Europa);


3.    se considera urgente riesaminare gli aspetti connessi alle prospezioni e all’estrazione di petrolio, nonché un riesame della legislazione pertinente per introdurre uno specifico divieto alle ricerche offshore e alle trivellazioni quando il territorio interessato fonda la sua economia su attività fortemente legate al mare, quali turismo e pesca?



E-00898/2012
Risposta di Janez Potočnik


a nome della Commissione


(14.3.2012)


 


 


Nell’ottobre 2011 la Commissione ha trasmesso una proposta di adesione dell’Unione europea al protocollo della convenzione di Barcellona[1] relativo alla protezione dall’inquinamento derivante dall’esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo del mare e del suo sottosuolo[2]. La Commissione appoggia gli sforzi prodigati nel quadro della convenzione di Barcellona per conseguire la piena ed efficiente attuazione del protocollo.


 


I progetti di trivellazione petrolifera che rischiano di avere un impatto significativo su un sito designato ai sensi della direttiva “Uccelli” o della direttiva “Habitat”[3] devono formare oggetto di una opportuna valutazione ambientale. La riduzione dei rischi d’inquinamento associati alle trivellazioni petrolifere è necessaria per contribuire a conseguire un buono stato ecologico nell’ambito della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino[4]. La Commissione rammenta che l’attuazione corretta delle disposizioni della normativa sopra citata e di altra pertinente spetta innanzitutto agli Stati membri. Se l’Italia non adempie agli obblighi che le incombono secondo il diritto dell’UE, la Commissione prenderà le misure del caso a fronte di violazioni comprovate.


 


La Commissione non intende proporre divieti alle attività offshore nel settore degli idrocarburi, in quanto rispetta pienamente la sovranità degli Stati membri di sfruttare le proprie risorse energetiche. Si aspetta d’altra parte che l’attuazione corretta della normativa vigente in materia, nonché di quella futura che sarà decisa dai colegislatori in base alla proposta presentata dalla Commissione per un regolamento sulla sicurezza delle attività offshore di prospezione, ricerca e produzione nel settore degli idrocarburi[5], consenta un livello sufficiente di tutela dell’ambiente marino e lo sfruttamento sostenibile delle riserve offshore di combustibili fossili.








[1]     Convenzione sulla protezione dell’ambiente marino e del litorale del Mediterraneo.



[2]     Proposta di decisione del Consiglio sull’adesione dell’Unione europea al protocollo relativo alla protezione del Mare Mediterraneo dall’inquinamento derivante dall’esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo del mare e del suo sottosuolo, COM(2011) 690 definitivo.



[3]     Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, GU L 206 del 22.7.1992.



[4]          Direttiva 2008/56/CE del Parlamento e del Consiglio, del 17 giugno 2008, GU L 164 del 25.6.2008).



[5]     Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla sicurezza delle attività offshore di prospezione, ricerca e produzione nel settore degli idrocarburi, COM(2011) 688 definitivo.