Non è il momento di fare
polemiche ma è comunque necessario dire ora quali sono gli errori che
potrebbero portare domani ad un aggravamento della situazione, errori ed
omissioni. Tra i tanti errori, certamente vi sono quelli di non avere chiuso
subito le zone della bergamasca appena è scattato l’allarme per un
considerevole numero di contagiati e di aver riaperto le zone rosse del
lodigiano prima che fossero finiti alcune verifiche e controlli che gli
scienziati stanno eseguendo.
Ovviamente la bozza del decreto
non è uscita da sola dalle segrete stanze dove si stava ancora discutendo,
perciò per prepararsi ad evitare future ulteriori fughe di notizie, con le
conseguenti negative ripercussioni per tutti, sarà bene chiudere la falla
dovuta ad imbecillità, impreparazione o semplicemente ad interesse? Cui
prodest? Il risultato di questa, chiamiamola, fuga di notizie ha portato
migliaia di persone a lasciare precipitosamente la Lombardia per tornare nei
territori d’origine o per raggiungere parenti ed amici che li potessero
ospitare. Coloro che potevano contare su un’abitazione in campagna, in
montagna o al mare, in molti casi l’hanno raggiunta anche perché è normale che
chi ha figli piccoli pensi sia meglio tenerli fuori dalle grandi città nelle
quali può essere più facile il contagio. La conseguenza, che era ampiamente
prevedibile, è che le persone fuggite da Milano e da altri centri della
Lombardia, in macchina o in treno ed autobus, porteranno il virus in altre
parti d’Italia dove per altro dovranno anche sottoporsi comunque alla
quarantena. Invece di creare solidarietà si sono create inimicizie e sospetti,
insofferenze e nuove paure dell’untore. Stupisce inoltre che nelle zone fino ad
oggi considerate gialle non si sia imposto per tempo a farmacisti, veterinari,
personale sanitario non ospedaliero, ai dipendenti dei supermercati, delle
banche e degli uffici pubblici di indossare mascherine adeguate. Le mascherine
servono o non servono? Forse ci dicevano che non servivano perché comunque
erano esaurite da tempo? E’ un altro mistero, come resta un mistero perché non
si consiglia a chi va comunque in giro per lavoro o per approvvigionamenti di
utilizzare guanti mono uso o più semplicemente di disinfettarsi le mani,
all’uscita, dal locale pubblico, con amuchina o sostanze simili, non basta
certo aspettare di arrivare a casa per procedere al tanto suggerito lavaggio.
Non sappiamo se è stato reso
obbligatorio per i locali pubblici disinfettare i bagni ma se è vero che il
virus resta attivo sulle superfici ove si è posato è evidente che a casa
sarebbe meglio disinfettare scatole e pacchetti, il piano della cucina almeno
un paio di volte al giorno e certamente il cappotto o quanto abbiamo indossato
per uscire. Starnutire o tossire nell’incavo del gomito è meglio che
nell’aria libera ma i germi rimasti addosso andranno poi resi inoffensivi con
qualche procedimento? Anche se non sono portatori del corona possono portare
raffreddore, influenza od altre infezioni che indeboliscono il fisico
rendendolo, di conseguenza, più esposto al coronavirus. Se appendiamo i nostri
indumenti, sia in un luogo pubblico che a casa, vicino a quelli di altre
persone o dei nostri famigliari, forse trasmettiamo malattie evitabili perciò
sarebbe molto meglio usare, sugli indumenti che abbiamo utilizzato fuori casa,
uno spray disinfettante. Giustamente è stato detto di premunirsi di fazzoletti
usa e getta da buttare in contenitori chiusi dopo che sono stati usati per
tossirci, sternutirci o soffiarsi il naso, magari bisognerebbe ricordare anche
di lavarsi poi le mani subito dopo visto che siamo in una società che sulla
pulizia personale ha qualche problema come dimostra il fatto che la pubblicità
di certi deodoranti vanta la loro efficacia dicendo che il loro effetto dura
anche 2 o 3 giorni…ogni commento è superfluo.
Esistono presidi sanitari per
combattere i germi nell’aria, sulle superfici e sugli indumenti, ma se le
persone non lo sanno non possono acquistarli, se poi non sono avvertite o
consigliate perché non esistono più scorte è un altro problema…E, in questo
caso, sarà bene provvedere a rifornire farmacie, supermercati e negozi preposti
a tale vendita.
In sintesi non basta lavarsi le
mani, chiudere la stalla quando i buoi sono scappati e stanziare somme, che per
ora ancora non sono arrivate né alle famiglie né alle imprese, per dire che
sono stati messi in essere consigli e aiuti concreti.
Ringraziamo medici, paramedici,
volontari, forze di polizia, tutti coloro che stanno aiutando per sopperire
alle carenze di un sistema globale che non è stato in grado di immaginare che
diffusioni di virus sconosciuti e nuove pandemie non potevano essere esclusi.
Cerchiamo di ritrovare un po’ di disciplina individuale e collettiva. Il problema
è grande e per sopravvivere come individui dobbiamo unirci come paese, ognuno
facendo la sua parte cominciando dal rispetto delle regole: stiamo in casa e
usiamo buon senso, disciplina e molta amuchina.