DANNI RANDAGISMO E FAUNA SELVATICA

Il fenomeno del randagismo e della fauna
selvatica, come è spesso denunciato dai coltivatori, provoca danni
all’agricoltura e alla zootecnia.  In
alcune regioni italiane si prendono iniziative per la conservazione del lupo,
perché il fenomeno del randagismo e della fauna inselvatichita attenta all’integrità
della specie, nonché alla salvaguardia della sua identità genetica dal pericolo
di ibridazione. Per far fronte a questi danni e a questi rischi è necessaria
una efficace strategia che da un lato combatta il randagismo e dall’altro attui
l’applicazione della direttiva 92/43CE per la tutela del lupo e per conservare
un habitat naturale equilibrato.

La Commissione  

1.     
È in grado di valutare i risultati legati all’applicazione della
direttiva “habitat”?

2.     
Ha dati da comunicarci relativi al monitoraggio ed alla lotta al
randagismo?

Non valuta l’opportunità di prevedere, nell’ambito della programmazione
della PAC 2014-2020 e nei programmi di sviluppo rurale regionali, una specifica
misura per la prevenzione dei danni e per il cofinanziamento di strumenti di
gestione del rischio al fine di assicurare la sostenibilità delle attività
agricole e zootecniche nel rispetto delle esigenze di tutela degli animali?

IT

E-007656/2013

Risposta di Janez Potočnik

a nome della Commissione

(9.8.2013) 

1. Conformemente all’articolo 17 della direttiva 92/43/CEE[1] (direttiva «Habitat»), ciascuno
Stato membro è tenuto a trasmettere ogni sei anni una relazione sull’attuazione
della direttiva. Successivamente la Commissione prepara una relazione riassuntiva
basata sulle relazioni nazionali. La relazione riassuntiva, che comprende la
valutazione dei progressi compiuti, viene successivamente messa a disposizione
del pubblico. È disponibile la relazione relativa al periodo 2001-2006
[2].

 

Gli Stati membri dovevano presentare la relazione relativa al
periodo 2007-2012 entro il 1º luglio 2013. Su internet è consultabile una
tabella che riporta il calendario della presentazione delle relazioni da parte
degli Stati membri
[3]. Sulla base dei dati attualmente
raccolti dagli Stati membri, la
Commissione redigerà la prossima relazione riassuntiva
relativa al periodo 2007-2012.

 

2. Il
problema dell’ibridazione è stato analizzato dalle Guidelines for Population Level Management Plans for Large Carnivores
(linee guida per i piani di gestione delle popolazioni di grandi carnivori)
[4]. Spetta agli Stati membri adottare
le misure necessarie. Sono disponibili finanziamenti europei per misure
specifiche, quali ad esempio il progetto LIFE ibriwolf
[5] in fase di attuazione per definire
il problema e avviare azioni intese a rimuovere gli ibridi in due zone della
Toscana. La Commissione
rimanda l’onorevole parlamentare alla risposta data all’interrogazione scritta
E-7929/2012
[6] riguardante la politica in materia
di cani randagi.

 

3. La
politica di sviluppo rurale non dispone di strumenti specifici per affrontare
il problema degli animali randagi cui fa riferimento l’onorevole parlamentare.
Essa prevede, tuttavia, un sostegno che può essere utilizzato dagli Stati
membri per introdurre misure di prevenzione volte a impedire questo tipo di
rischi, quali ad esempio gli investimenti in recinzioni.

 

 



[1]     GU L 206 del 22.07.1992.

[2]     http://ec.europa.eu/environment/nature/knowledge/rep_habitats/

[3]     http://bd.eionet.europa.eu/activities/Reporting/Article_17/Reports_2013/Member_State_Deliveries

[4]     http://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/species/carnivores/docs/guidelines_final2008.pdf

[5]     http://www.ibriwolf.it/

[6]     http://www.europarl.europa.eu/plenary/it/parliamentary-questions.html.