CRISI FINANZIARIA ED EUROSALVATAGGI

Il settimanale “Der Spiegel” di questa settimana pubblica in copertina l’effigie di un Euro listato a lutto con il titolo “Obitorio per la moneta unica”, come a indicare la mancanza di prospettive nei salvataggi pubblici dei paesi fortemente indebitati, in particolare il piano per la Grecia che, a detta di molti specialisti, non è altro che il tentativo di salvare le banche del sistema transatlantico. Pare la stessa linea espressa lo scorso maggio dal nuovo capo della Bundesbank Jens Weidemann con la dichiarazione che le decisioni sui salvataggi non rientrano nella giurisdizione della BCE ma dei parlamenti. Il dubbio sarà risolto dalla sentenza della Corte Costituzionale tedesca, che è prevista per il mese di settembre. Nel frattempo Neil Barofsky, ex ispettore generale del primo salvataggio bancario avvenuto negli Usa, ha affermato che il programma adottato dall’amministrazione Obama per affrontare la crisi dei mutui immobiliari “è stato un fallimento”, arrecando vantaggi solo al 5% degli oltre 10 milioni di famiglie colpite dal pignoramento della casa.


Anche Sheila Bair, presidente della Federal Deposit Insurance Corporation (il fondo statale di tutela dei depositi), parlando alla Commissione Servizi finanziari della Camera il 16 giugno scorso, ha notato che le dimensioni dei programmi della Federal Reserve, del Federal Deposit Insurance e del Tesoro per sostenere il settore finanziario dal 2007, “hanno ecceduto i 14 mila miliardi di dollari”. Ha pure aggiunto che “le prospettive di nuovi problemi bancari (in Europa) sono preoccupanti ed elevate”. Ciò nonostante i programmi di salvataggio non si arrestano e sono caratterizzati dall’uso del denaro pubblico (cioè dei contribuenti) non per lo sviluppo dell’economia reale, ma per salvare il sistema finanziario.


La Commissione


1.    Come interpreta la provocante copertina dello Spiegel?


2.    Condivide le preoccupazioni pessimiste di Sheila Bair in ordine ai salvataggi operati dai governi europei?


3.    Quando prenderà un’iniziativa analoga alla riforma Glass-Steagall per separare le competenze commerciali delle banche da quelle finanziarie?


 



P-006461/2011


Risposta di Olli Rehn


a nome della Commissione


(27.9.2011)


 


 


La Commissione non intende esprimere un parere sulle scelte editoriali della stampa.


 


Per quanto riguarda l’assistenza finanziaria fornita durante la crisi, è innegabile che importi significativi e senza precedenti di denaro siano stati spesi dai governi, sia in Europa sia negli Stati Uniti, nel tentativo di ridurre e porre fine ai problemi incontrati dal settore dei servizi finanziari e, di conseguenza, dalla società nel suo insieme. Nel sostenere le imprese del settore finanziario, i governi hanno garantito la continuità dell’intermediazione finanziaria e la fornitura di servizi finanziari essenziali, con benefici diretti per l’economia reale, altre imprese non finanziarie e le famiglie. Pertanto, tali fondi non sono stati distribuiti invano ma si sono rivelati assolutamente necessari al fine di salvaguardare la stabilità finanziaria e scongiurare il crollo del sistema finanziario.


 


Le numerose misure di riforma della regolamentazione attualmente perseguite dovrebbero ristabilire la fiducia e in definitiva migliorare la stabilità finanziaria a lungo termine. Le istituzioni dell’UE stanno lavorando con diligenza, con la cooperazione e la partecipazione del Parlamento e degli Stati membri, al fine di attuare riforme essenziali del settore finanziario a livello europeo per garantire che, in caso di future crisi, le imprese finanziarie siano meglio preparate e più resistenti e i contribuenti non debbano sostenere da soli l’onere delle spese relative.


 


La Commissione sta adottando misure legislative mirate al fine di garantire che tutte le banche dispongano di una quantità sufficiente di capitale, siano soggette ad una vigilanza adeguata e, cosa ancora più importante, possano fallire senza ricorso ai fondi pubblici, introducendo un quadro unionale in materia di prevenzione e risoluzione delle crisi bancarie applicabile a tutte le banche, indipendentemente dalla loro attività. Non sono previste iniziative regolamentari finalizzate a imporre la separazione tra banche commerciali e banche di investimento.