Regolamento per la denominazione di origine dei prodotti extra-Ue: una battaglia di libertà e di trasparenza.

Dopo cinque anni di battaglia ufficiale e ufficiose e di veti incrociati, il
regolamento sulla denominazione di origine dei prodotti extra-Ue sarà votato
mercoledì 29 settembre in Commissione commercio internazionale.

Alla relazione, presentata dal relatore on. Muscardini e condivisa dai
relatori ombra on. Susta e on. Rinaldi, hanno già di fatto aderito molti
parlamentari, ma vi è una forte opposizione da parte dell’on Fjellner, svedese,
che addirittura ritiene che il regolamento andrebbe ritirato, con l’evidente
conseguenza di lasciare i consumatori europei penalizzati e discriminati
rispetto ai consumatori degli altri Paesi extra-Ue nei quali esiste già un
regolamento per i prodotti importati sul loro territorio.

Da parte tedesca, il coordinatore PPE on Caspary, pur confermando il “no”
del governo tedesco, ha contribuito a cercare un compromesso ritirando alcuni
suoi emendamenti e firmandone un altro insieme all’on Muscardini, Susta e
Rinaldi nel quale si specifica che il regolamento va applicato ai beni
destinati al consumo finale.

Il regolamento, ricordiamo, riguarda i manufatti che entrano nel territorio
europeo nei settori calzaturieri, tessile, ceramiche, oreficeria, oggetti in
legno e vetro ecc, inoltre la relatrice ha ritenuto di inserire anche altri
categorie quali la bulloneria, le gomme e la coltelleria.

Quando il regolamento entrerà in vigore, i prodotti extra-Ue importati
all’interno dell’Unione europea, dovranno portare una denominazione di origine.
In tal modo, i nostri consumatori avranno finalmente le informazioni necessarie
per scegliere consapevolmente cosa comprare e non saranno tratti in inganno,
evitando così di comprare senza conoscere la provenienza di questi prodotti.

L’on. Muscardini ha sottolineato come la concomitanza della legge Reguzzoni
sul Made in Italy, presentata senza tener conto della normativa europea e che
pertanto ha creato un contenzioso con le Istituzioni comunitarie (si ricorda
che per il commercio la competenza, secondo i trattati, e’ dell’Unione
europea), ha ulteriormente inasprito l’atteggiamento del Consiglio che per
quanto riguarda alcuni governi dei Paesi del nord Europa non vede in modo
favorevole l’applicazione di uno strumento che tuteli i consumatori, ma che
certamente renderà obbligatorio per le multinazionali della grande
distribuzione rispettare regole fino ad oggi ignorate. “La confusione che
si e’ creata sia a livello politico che dell’informazione tra il Made In Italy
e il regolamento per la denominazione di origine dei prodotti extra-Ue ha reso
molto difficile il lavoro in commissione e i rapporti con le altre Istituzioni
europee. Non possiamo dimenticare che lo stesso Commissario al commercio
internazionale De Gucht sostiene il regolamento come strumento indispensabile
per dare reciprocità all’Europa rispetto ai suoi partner e competitori
economici e commerciali (Cina, Stati Uniti, Canada, Messico ecc) e che l’on.
Muscardini, on. Susta e on. Rinaldi hanno partecipato con il Commissario De
Gucht ad un incontro con il Viceministro Urso, prima dell’estate a Roma, per un
sereno confronto sui temi della politica commerciale internazionale”.

La relatrice, on. Muscardini si è anche recata ad un incontro a Ginevra con
il Segretario Generale dell’OMC, on. Pascal Lamy, per presentare le sue
proposte sul regolamento anche in considerazione del fatto che e’ stato lui
stesso che nel 2005 lo aveva proposta in qualità di commissario al commercio
internazionale dell’Unione europea.

L’on Muscardini ha sottolineato la necessità, in questa fase delicata per
ottenere l’approvazione del regolamento prima in Parlamento e poi nel trilogo
con il Consiglio,  di un più
attento sostegno da parte dell’informazione per rendere edotti i consumatori
dell’opportunità’ che potranno finalmente avere se il Regolamento diventerà
esecutivo e per questo auspica che la mancanza di chiarezza che si e’
verificata in alcuni casi tra leggi nazionali e normative europee non abbia più
a verificarsi; ha inoltre rivolto un invito al governo italiano per aprire
tutte le vie diplomatiche necessarie a creare un consenso all’interno del
Consiglio e alle associazioni di categoria del manifatturiero ad attivarsi in
modo adeguato nei confronti delle consorelle nei Paesi dell’Unione nei quali
ancora il problema non e’ stato compreso nella sua interezza.

“L’Europa che ha sempre detto come l’interesse e la difesa dei
consumatori e cioè dei cittadini sia uno dei suoi obiettivi primari trovi
finalmente una voce chiara e comune per risolvere la situazione di handicap
nella quale oggi vivono centinaia di milioni di europei impediti nel loro
diritto all’informazione e alla scelta”.