CEMENTIFICAZIONE URBANA ECCESSIVA E TUTELA DELL’AMBIENTE

Interrrrogazione con richiesta di risposta scritta presentata da Cristiana Muscardini (PPE), Gianluca Susta (S&D), Niccolò Rinaldi (ALDE), Roberta Angelilli (PPE), Gianni Pittella (S&D)


 


La Commissione


 


1.E’ a conoscenza del rapporto shock di FAI e WWF riportato dai quotidiani italiani Corriere della Sera e Repubblica, secondo il quale da qui a pochi anni saranno scomparsi milioni di ettari di territorio sostituiti da colate di cemento? L’indagine condotta su 11 regioni italiane corrispondente al 44% della superficie totale indica come l’area urbana si sia moltiplicata di 3,5 volte e il ritmo é in aumento in modo esponenziale.


 


2.E’ a conoscenza di come sia la situazione negli altri paesi europei tenuto conto che ormai é dimostrato che, superato un certo limite di urbanizzazione e cementificazione, la situazione diventa irreversibile con i conseguenti danni per l’ambiente e la salute?


 


3.Intende dare vita a un immediato studio sul problema a seguito del quale possa partire una seria politica per la conservazione dell’ambiente e per la lotta alla cementificazione selvaggia e all’abusivismo?


 



E-001741/2012


Risposta di Janez Potočnik


a nome della Commissione


(28.3.2012)


 


 


Nel 2011 la Commissione ha pubblicato lo studio “Overview of best practices for limiting soil sealing or mitigating its effects in EU-27”[1], elaborato per suo conto dall’Agenzia Federale per l’Ambiente austriaca (Umweltbundesamt). Sulla base dei dati armonizzati a livello UE contenuti nel database Corine Land Cover, lo studio stima che in Italia l’edificazione dei terreni (ossia l’espansione delle infrastrutture urbane, industriali e dei trasporti, essenzialmente a scapito dell’agricoltura) è stata di 23,90 ettari al giorno nel periodo 1990-2000 e di 22,05 ettari al giorno nel periodo 2000-2006[2].  Nel 2006 l’impermeabilizzazione (ossia la copertura del suolo con un materiale impermeabile) ha riguardato il 2,8% del territorio italiano, rispetto ad una media del 2,3% a livello UE. La Commissione è consapevole del fatto che tali cifre rappresentano una stima per difetto del problema e sta lavorando per acquisire maggiori conoscenze al riguardo.  Lo studio al quale fa riferimento l’onorevole parlamentare contribuirà proprio a questo.


 


La Commissione riconosce che l’attuale edificazione dei terreni nell’UE non è sostenibile. Nel quadro della tabella di marcia per un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse[3], la Commissione ha proposto che entro il 2020 le politiche dell’UE tengano conto dell’impatto che esse hanno, in via sia diretta che indiretta, sull’uso del terreno nell’UE e a livello mondiale, e che il tasso di edificazione dei terreni sia in linea con l’obiettivo di non edificare più su nuove aree entro il 2050.  Orientamenti non vincolanti su come limitare, attenuare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo saranno messi a punto entro breve e presentati ad un’importante conferenza che la Commissione sta organizzando per il 10 e 11 maggio 2012 a Bruxelles[4].


 


Inoltre, nel quadro della strategia tematica sul suolo[5], nel 2006 la Commissione ha proposto una direttiva quadro sul suolo[6]  che contiene una disposizione in base alla quale gli Stati membri sono tenuti a limitare l’impermeabilizzazione del suolo e, qualora ciò non fosse possibile, ad attenuarne gli effetti.  La proposta di direttiva è attualmente al vaglio del Consiglio. La Commissione ha pubblicato una relazione sull’attuazione di detta strategia tematica il 13 febbraio 2012[7].


 


 


 






[1]     http://ec.europa.eu/environment/soil/sealing.htm.



[2]     Cfr. anche http://www.eea.europa.eu/data-and-maps/indicators/land-take-2/assessment.



[3]     COM(2001) 571 definitivo.



[4]     http://ec.europa.eu/environment/soil/conference_may2012.htm.



[5]     COM(2006) 231 definitivo.



[6]     COM(2006) 232 definitivo.



[7]     COM(2012) 46 definitivo.