Sebbene chi lavora in corsia rappresenti il 58,2% della forza lavoro
complessiva nel sistema sanitario italiano, emerge una grave carenza di
personale negli ospedali, e chi lavora si trova a dovere fare turni più lunghi
e meno pagati.
L’Italia è all’ultimo posto in
Europa per numero di infermieri pro-capite, solo 6,6 ogni 1000 abitanti. E’
stato calcolato che in Italia servono almeno altri 50.000 infermieri. Molti
infermieri non sono italiani e non parlano correttamente la nostra lingua.
Anche il numero degli infermieri in rapporto ai medici è uno dei più bassi
d’Europa, 1,6. Il taglio di circa 7.400 posti letto previsto dal nuovo decreto
legge pone un problema non da poco, visto che diminuirà il servizio per i
cittadini e aumenterà la tensione sociale, di cui le corsie di ospedale sono
pericolose fucine, e di cui le prime vittime sono gli infermieri stessi dal
momento che uno su cinque dichiara di aver ricevuto minacce fisiche o verbali
in orario di lavoro.
la
Commissione
1. Ha
a disposizione dei dati più specifici sulla carenza di infermieri nel sistema
sanitario italiano?
2. Non
ritiene necessario che gli Stati Membri organizzino corsi di lingua per gli
infermieri stranieri in modo che possano comprendersi con i malati?
3. Può
chiarire quali normative comunitarie si applicano alla categoria degli
infermieri, alla loro qualifica professionale e alla loro libertà di movimento
nell’UE?
4. Quali
strumenti mette a disposizione per la formazione di medici ed infermieri?
IT
E-001079/2014
Risposta di Tonio Borg
a nome della Commissione
(28.3.2014)
La Commissione rinvia
l’Onorevole deputata alla propria risposta P-0014382/2013 in cui si delineano
le azioni della Commissione per affrontare le carenze di operatori sanitari nell’UE
e sostenere gli sforzi degli Stati membri per migliorare la disponibilità di
dati.
La direttiva 2005/36/CE[1] relativa
al riconoscimento delle qualifiche professionali tratta del regime linguistico
degli operatori sanitari. Essa stabilisce che gli Stati membri possono esigere
che le persone le quali beneficiano del riconoscimento di qualifiche
professionali in altri Stati membri, compreso il personale infermieristico,
dispongano delle conoscenze linguistiche necessarie per praticare la professione.
Le autorità nazionali competenti possono effettuare controlli proporzionati
delle competenze linguistiche.
Questa direttiva si applica ai casi in cui i cittadini di uno
Stato membro dell’UE desiderino esercitare una professione in uno Stato membro
diverso da quello in cui hanno ottenuto la loro qualifica professionale. La
direttiva contiene requisiti minimi armonizzati in materia di formazione per
quanto concerne sette professioni, compresi gli infermieri dell’assistenza
generale, che prevedono il riconoscimento automatico di tali qualifiche in
tutta l’UE.
Il Fondo sociale europeo è uno degli strumenti a disposizione
degli Stati membri per sostenere le azioni di istruzione e formazione, anche in
ambito sanitario. Le priorità di spesa dei finanziamenti del Fondo sociale
europeo negli Stati membri nel periodo 2014-2020 saranno stabilite negli
accordi di partenariato con gli Stati membri e nei programmi operativi
nazionali attualmente in corso di negoziazione.