Aiutiamo la Somalia!

L’orribile attentato suicida del 3 dicembre all’hotel Shamow di Mogadiscio, dove hanno perso la vita 3 ministri del governo transitorio somalo, 3 giornalisti e oltre 15 studenti della facoltà di Medicina dell’università laica del Benadir in attesa di ricevere il diploma di laurea, è l’ultimo atto terroristico che s’aggiunge a quelli che hanno seminato terrore e morte in Somalia da vent’anni a questa parte. E’ la dimostrazione che la componente fondamentalista islamica Al Shabab esercita il suo potere su gran parte del paese e dimostra la sua forza con la violenza mortale dei suoi attentati e delle sue esecuzioni, in barba ai tentativi della politica europea e internazionale di dialogare e di mediare. E’ inoltre la dimostrazione proprio della crisi politica e umanitaria che non riesce a far fronte al peggio. La nostra politica attendista e senza nerbo ha dimenticato che la Somalia è una pedina dello scacchiere terroristico internazionale dominato da Al Qaeda e dall’Iran e  che anche le misure efficaci prese nei confronti della pirateria manifestatasi recentemente, sono insufficienti a combattere il fenomeno. L’1 dicembre 2009 un lancio dell’agenzia di stampa Reuters ha spiegato in dettaglio il salto di qualità compiuto dalle precedenti 15 società di pirateria che operavano nel distretto costiero di Harardhere nella regione centrale di Galgudud. In quattro mesi sono diventate 72 dopo essersi quotate in una “borsa locale”. A questa “borsa non stop” che è aperta 24 ore al giorno puo’ partecipare chiunque. Perfino una giovane donna di 22 anni divorziata che ha contribuito con il bazooka ottenuto dal marito in cambio della dote del divorzio. Ella ha dichiarato che grazie al suo bazooka in soli 38 giorni dal suo investimento nella “borsa locale” ha guadagnato ben 75.000 $ del riscatto pagato per il rilascio del peschereccio spagnolo.  Il 2 dicembre 2009 il quotidiano canadese The National Post ha pubblicato stralci di una informativa “top secret” dell’intelligence canadese a riguardo della cosidetta “relazione di convenienza” stabilitasi tra Al Shabab e alcuni gruppi di pirati. Secondo questa informativa Al Shabab addestra e fornisce armi alle società di pirati e fornisce anche protezione locale. In ritorno ottiene una quota dei riscatti.    
La Commissione, anche a seguito delle sue dichiarazioni fatte in occasione dell’audizione parlamentare organizzata dal PPE il 19 novembre a Bruxelles,

1. non ritiene che sia finalmente giunto il momento di prendere tutte le misure per porre fine a queste endemiche atrocità terroristiche?

2. Aver comunicato che 50 kamikase erano pronti ad intervenire non significa che si era a conoscenza della grave situazione di rischio in cui versava Mogadiscio?

3. Perché l’Unione europea e l’Unione Africana non s’accordano per fronteggiare con uomini e mezzi, magari con l’aiuto della NATO, questa tragica situazione somala, a difesa della popolazione, ostaggio della violenza e della povertà, e non solo delle navi prese di mira dai pirati?

4. Non è convinta che “strizzare” l’occhio al terrorismo, come si è fatto in tutti questi anni e durante il governo provvisorio del Presidente Abdullahi Yusuf Ahmed, e non aver dato peso alcuno ai molti allarmi reali espressi anche dai Parlamentari, sia stato un grave errore strategico che ha contribuito a raccogliere questi risultati?

5.       Non sarebbe ora che modificasse drasticamente la sua politica verso la Somalia, proponendo iniziative atte ad

evitare che la Somalia sia perduta per sempre e abbandonata a un destino ineluttabile, i cui effetti ci riguardano direttamente?