9 SETTEBRE 2001: IL VERO INIZIO DELLA TRAGEDIA DELL’11 SETTEMBRE

In tanti, con commozione profonda, ricorderemo l’11 settembre, le vittime innocenti di un terrorismo che si è mondializzato anche per la miopia e per l’avidità di chi riteneva che non si dovesse vigilare garantendo regole, controlli, giustizia.


Ma in pochi, temo, ricorderanno il 9 settembre 2001: dopo anni di tentativi andati a vuoto, i talebani e i loro complici, ancora non consegnati né alla giustizia dell’uomo, né alla giustizia della storia, uccisero a tradimento il comandante Massoud, l’eroe dell’Afghanistan che voleva il suo paese libero dalle invasioni straniere e dal fondamentalismo assassino di persone e di idee.


Ricordo il comandante Massoud a Strasburgo quando chiedeva nuovamente all’occidente e all’Europa l’aiuto urgente e necessario per continuare la lotta contro il Mullah Omar ed i suoi complici. Ricordo la sua speranza e poi la sua tristezza nel vedere, una volta di più, l’occidente distratto, compromissorio, capace solo di promesse dilazionate e mai realizzate in fatti concreti.


Massoud aveva avvertito che vi era l’imminente pericolo di azioni eclatanti e devastanti da parte dei talebani e del terrorismo internazionale, che il terrorismo, legato all’integralismo, era ad una svolta epocale, che non vi era  più tempo per compromessi e parole: ma non fu ascoltato.


Il Leone del Panjshir, sempre così vigile nello sfuggire ai tanti attentati che negli anni si sono susseguiti, forse il 9 settembre, inconsciamente, abbassò la guardia perché nuovamente deluso dalle nostre promesse, e in disperata ricerca di nuovi ascolti, e accettò l’intervista proprio di coloro che più volte aveva rifiutato di incontrare e che lo uccisero uccidendo la speranza di tanti cominciando la catena degli orrori dell’11 settembre.


Il guerriero, il poeta, l’urbanista, il legislatore che erano in lui e che avevano ogni giorno realizzato opere importanti e creato speranze e progetti per il futuro del suo popolo morirono il 9 settembre e due giorni dopo cominciò quella che è stata di fatto una nuova guerra mondiale. Una guerra mondiale diversa dalle precedenti ma in un certo modo ancora più tragica perché oltre ai campi di battaglia conosciuti si espande da anni in ogni dove, terrorizzando vittime inermi ed ignare.


Da allora sono cambiati in gran parte i nostri modi di vita, le nostre sicurezze personali e collettive.


A dieci anni di distanza oggi, 9 settembre, dedichiamo un pensiero ad un uomo che non abbiamo saputo ascoltare e che dovremmo imparare a ricordare affinché tutti i giovani musulmani, tutti i giovani di ogni paese, etnia, religione sappiano lottare contro il terrorismo e l’ingiustizia e per la libertà e la giustizia. Deve essere un impegno quotidiano.