Il 9 maggio, la giornata dell’Europa, sarà l’Alba di una certezza o solo un nuovo invito alla speranza?
L’Europa c’è ma non si sente perché ancorata a vecchi trattati che non consentono di creare quell’Unione politica tanto decantata a parole, tante volte promessa e mai realizzata.
Senza Unione politica non ci può essere una difesa comune, organica ed efficiente, problema quanto mai attuale in questi tempi bui e violenti.
Senza l’Unione politica non ci può essere vero potere contrattuale in campo economico né possibilità di sederci ai vari tavoli per parlare di pace, giusta e duratura, laddove le guerre massacrano ogni giorno persone inermi o il terrorismo tiene in scacco stati e popolazioni.
Senza Unione politica non si avrà mai una seria, concreta, iniziativa per il Mediterraneo sia per sconfiggere la tratta degli esseri umani che un’immigrazione incontrollata ed incontrollabile e per dare ai paesi africani certezze di sviluppo senza doversi sottomettere alle nuove colonizzazioni di Russia e Cina.
Senza Unione politica l’Europa non conterà all’interno della Nato né potrà essere elemento moderatore tra gli interessi delle super potenze, Stati Uniti, Cina, Russia che oggi si contendono il monopolio di larghe parti del mondo mentre l’India cresce e prima o poi non solo l’Asia ed il Medio Oriente vorranno avere maggiore peso.
Possa quest’anno, nel giorno dell’Europa, concretizzarsi nei fatti, non nelle parole la promessa dell’Unione politica e se i governi non comprendono per logiche di parte siano i cittadini a tornare a far sentire la loro voce.