ULTIMA CHIAMATA

Se anche le dichiarazioni di Vance non convincono gli Stati europei a darsi immediatamente una unica identità politica e militare possiamo definitivamente dire addio alla nostra aspettativa di essere considerati interlocutori alla pari con le potenze mondiali che si stanno spartendo l’universo.
Di universo infatti di tratta con la conquista dei cieli conosciuti, e il progetto di scoprirne altri, che alberga nella mente di Musk e che è accarezzato anche dalla Cina e dalla Russia, perché il continente terrestre se lo sono praticamente già diviso.
Con questi programmi cosa contano più le leggi internazionali, i pochi valori condivisi, le regole per i prigionieri di guerra o per la vita dei civili rifugiati negli ospedali? Nulla.
Trump vuole che cessi la guerra in Ucraina, ma a che prezzo? Quanto conteranno nelle trattative con Putin le terre rare? Sarà una pace a scapito degli ucraini e forse non importerà se la pace sarà la vittoria di Putin non solo sull’Ucraina ma sulla Nato, su quella parte di mondo che crede nel rispetto di regole comuni.
Sarà sancito che uno Stato ne può invadere un altro e appropriarsi delle sue terre, che non esiste punizione per i crimini di guerra, che tutto si può ottenere con la forza, il potere, il denaro?
Trump non vuole l’Europa al tavolo delle trattative perché, nonostante le nostre debolezze, gli immensi ritardi, la mancanza di politici di peso, l’Unione rappresenta ancora valori non negoziabili che sono un ostacolo ai progetti del presidente americano e del suo burattinaio perché anche Musk non ha tempo da perdere con i sacri principi o le leggi internazionali.
Ecco perciò come Trump, Musk, Putin, uomini in apparenza così diversi e che hanno invece molti punti in comune, possono trovare un accordo, partendo dalla Ucraina, per arrivare molto più in là, Europa in primis,
incombe intanto la figura del presidente cinese, nemico degli Stati Uniti, per aspetti non solo commerciali, ed amico stretto di Putin il quale agli Stati Uniti si deve in parte avvicinare per chiudere la partita Ucraina.  
Ma perché litigare? Fatta fuori l’Unione Europea, resi i singoli Stati nazionali obbligati vassalli, degli uni o degli altri, non ci saranno più di tanto problemi di difficile gestione, il mondo arabo, ancora per un certo tempo, si accontenterà di gestire gli spazi vicini.
L’incognita resta l’India ma al momento non preoccupa ed ad un eventuale futuro tavolo di poker si possono sempre sedere in quattro, basta che l’Europa non stia più in mezzo a dare fastidio.
Le dichiarazioni e l’atteggiamento, l’arroganza di Vance, che parla in nome di Trump, rendono evidente la necessità di realizzare subito quell’Unione politica e militare della quale da troppo si parla senza, per colpa di egoismi di parte, concludere.
Se vi sono Stati europei che ancora non se  la sentono rimangano come sono adesso ma gli Stati con governi che hanno compreso il pericolo imminente si uniscano in una alleanza: costruiamo l’Europa concentrica, l’Europa a due velocità ma costruiamo  subito questa benedetta Unione politica e militare, cioè costruiamo finalmente l’Europa prima che sia troppo tardi.