Qualcuno, ingenuamente, nella migliore delle ipotesi, anche e soprattutto in Italia, dava per finita la Wagner dopo la morte, vera o presunta, di Prigozhin, caduto, misteriosamente, con il suo l’aereo mentre si dirigeva verso Mosca.
In questi mesi gli uomini della Wagner non solo hanno continuato a combattere, sia in Ucraina che in altri paesi, specie africani, utilizzando in gran parte altre sigle di identificazione, ma hanno anche colpito e incendiato nel Regno Unito, a Londra, il luogo dove erano tenuti gli aiuti per l’Ucraina e, un po’ in tutta Europa, si sono organizzati per operazioni di sabotaggio o di supporto in varie forme, hackeraggio compreso, alla guerra di Putin e alla Federazione Russa.
Sei sono i britannici che sono stati coinvolti per il sabotaggio al magazzino di aiuti per l’Ucraina, uno di questi è stato condannato a diciassette anni e la sua barba, come si evince dalla fotografia, potrebbe far pensare anche a collegamenti con gruppi estremisti islamici, d’altra parte è abbastanza noto che i gruppi terroristi hanno diversi tipi di rapporti tra di loro, come avviene per le organizzazioni criminali, sappiamo, ad esempio, che la mafia albanese e la ‘ndrangheta collaborano sistematicamente.
Con buona pace di certa politica italiana, Lega compresa, la vigilanza in Europa deve essere a tutto campo ed ogni euro speso oggi, per migliorare ed adeguare la nostra sicurezza, è la salvezza per noi tutti e per le future generazioni.
Occorre anche una vigilanza costante di tutti, infatti ognuno di noi, anche inconsapevolmente, può divulgare propri dati sensibili fidandosi di persone o di attrezzature informatiche, è necessario essere sempre molto attenti perché gli errori di qualcuno possono avere ripercussioni pericolose, nocive, per la stessa sicurezza dell’Italia.
In una situazione di incertezza e confusione, con diversi tipi di terrorismo, di informazione falsa e fuorviante e di controinformazione, forse è il momento di attualizzare il vecchi monito “taci il nemico ti ascolta” e di ricordare ad alleati ed avversari che ogni dichiarazione benevola verso Putin, ogni rallentamento nell’invio di aiuti, è una forma palese di complicità ai suoi molti delitti.